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“In campo lo abbiamo visto tutti, fuori dal campo lo abbiamo visto in pochi, eppure tutti hanno avuto qualcosa da dire. Invece ora che è morto tutti ne parlano bene, evidentemente bisogna morire per farsi dire cose positive. Per me è stato come un figlio, nella sua ingenuità faceva delle cose che gli venivano spontanee, era impossibile adirarsi con lui. Era un ragazzo che si sapeva far voler bene”. Così Luciano Moggi, ex dirigente della Juventus, ha ricordato Diego Armando Maradona, scomparso due giorni fa all’età di 60 anni. “Ho litigato spesso con lui, ma sono riuscito a portare avanti il rapporto con lui. Il suo rendimento è stato quello di un campione, poi che si faticasse a portare al campo ad allenarsi era cosa nota a tutti – ha proseguito Moggi ai microfoni di Radio Bianconera – A me non piace fare tanta retorica quando c’è un morto, non voglio dire banalità . Come lo avrei visto alla Juventus? Probabilmente non ci sarebbe potuto andare, era un uomo ribelle e non sempre per colpa sua, era anche un po’ folle, ma ingenuo e altruista. Ho visitato i luoghi dove è nato, è arrivato dal niente. E non ha mai rigettato il suo essere nato povero, anzi ha sempre aiutato chi gli chiedeva aiuto”, ha concluso.
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