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Il 22 giugno del 1986 è un giorno storico per il calcio Mondiale poiché Diego Armando Maradona, durante la sfida tra Argentina ed Inghilterra ai Mondiali in Messico, realizzò quella che oggi è nota a tutti come la ‘Mano de Dios‘. Ad arbitrare quella gara fu il tunisino Ali Bin Nasser, che oggi a 78 anni, è tornato a parlare di quel famoso episodio nel corso di un’intervista rilasciata alla BBC: “Sono stato arbitro dal 1966 al 1991 e arbitro internazionale dal 1975 al 1991. La mia carriera parla da sola e non devo continuare a parlarne. I soldi onoreranno la mia carriera, e con quei soldi mi assicurerò che la mia famiglia sia pronta e farò molta beneficenza. Sul gol di mano non avevo una visione chiara perché potevo vedere la schiena di Maradona e il portiere. Poco prima della Coppa del Mondo, la Fifa è stata molto, molto chiara sulle istruzioni; Se non hai una visione chiara di ciò che è successo, dovrai prendere l’opinione del tuo collega, o guardalinee, sull’obiettivo”.
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“Ho guardato il mio collega, che aveva una visione migliore della mia. Sono andato in mezzo al campo, correndo all’indietro, guardando il mio collega per assicurarmi che non ci fosse il tocco di mano. Avevo dei dubbi, ma non l’ho visto. Spettava al mio collega prendere questa decisione. Una volta che mi ha incontrato in mezzo al campo, non ho avuto altra scelta che dire che era un gol”, ha spiegato il direttore di gara.
Oggi il calcio si è evoluto notevolmente e con il Var una cosa simile probabilmente non si sarebbe mai verificata: “Gli errori accadono nel calcio. All’epoca non avevamo il VAR. Dopo la partita, l’allenatore dell’Inghilterra Bobby Robson disse in un’intervista: ‘L’arbitro ha fatto il suo lavoro come gli era stato ordinato dalla Fifa, ma il guardalinee è stato molto irresponsabile. I tifosi hanno tutto il diritto di essere pazzi. Erano lì per sostenere la squadra, ma gli errori accadono. Vorrei solo che il mio collega avesse visto il tocco di palla con la mano così non avrei dovuto passare attraverso tutto ciò che ho vissuto durante e dopo la partita”.
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