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Il 16 luglio del 1950, forse il più classico degli ‘Accadde oggi’ per chi si occupa di calcio. L’Uruguay batte il Brasile in finale di Coppa del Mondo e strappa il più ambito dei trofei dalle mani dei superfavoriti brasiliani. L’autore del gol del secolo è Alcides Ghiggia, ex calciatore di Roma e Milan. Nell’anniversario di quella partita, il figlio di Ghiggia, Arcadio, ha scritto un articolo su Glieroidelcalcio.com (LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO) raccontando la figura del padre legata a quella rete.
“Per noi 1950 è un anno, e il 16 Luglio di quell’anno è una data speciale – esordisce Arcadio – È il giorno dell’altro compleanno di Alcides, Alcides Ghiggia, nostro padre, l’uomo il cui compleanno arriva due volte l’anno. Un gol che ha cambiato la storia tra due popoli ma anche il calcio in generale. Il Brasile, dopo quella disfatta, ha imparato tanto, affermandosi poco dopo a livello mondiale per più volte“.
Ghiggia, un cognome pesante in Uruguay, e il figlio della leggenda ricorda la sua esperienza da bambino: “A scuola i miei compagni mi parlavano continuamente del 1950 e mi dicevano ‘Tuo padre è un eroe, fece il goal che ci diede il trionfo, il trionfo dell’Uruguay”’. Io non sapevo nulla, ringraziavo tutti senza sapere di cosa stessero parlando. Per me papà era stato un grande calciatore della Roma. Allora chiesi a mio padre di cosa stessero parlando i miei compagni a scuola, e lui mi disse in forma soave e dolce: ‘Arcadio, ho fatto un goal e l´Uruguay ha vinto un Campionato Mondiale‘”.
Ghiggia parlava poco di quella partita: “Mai si è vantato di quanto fatto in quel mondiale. Aveva una profonda amicizia con i brasiliani contro i quali aveva vinto, così come con il popolo brasiliano. Anche loro gli vogliono bene“. Per uno scherzo del destino, morì il 16 luglio, giorno dell’anniversario del Maracanazo: “Un giorno scritto nel destino di quest’uomo. Una morte che si lega sempre più a quel 16 Luglio. Quasi a voler smorzare in lui il fuoco di quella sofferenza che altri hanno dovuto subire a causa di quel gol. Questo era il suo cruccio. Questo il suo destino“.