“L’Inter è cresciuta negli anni, ha giocatori forti ed è pronta per vincere. La Juve ha ancora la rosa più competitiva e l’esperienza di 9 scudetti”. Sono queste le parole con cui Roberto Mancini, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, descrive come arrivano le due formazioni al derby d’Italia. Dal canto dei nerazzurri ritiene “l’Inter forte, con tanti giocatori di qualità” e ritiene che Eriksen possa “fare tutto con la qualità che ha. Ma Conte lo conosce meglio di me e conosce meglio l’Inter. Senza dimenticare che il calcio italiano è diverso”.
Dal canto Juve non può sottovalutare la valenza della sfida per la Vecchia Signora: “Per la Juve è quasi decisiva. Non può perdere altri punti, con 3 squadre davanti. Anche se ha una partita in meno”. Non mancano parole di elogio per Pirlo: “Mi piace il gioco offensivo che cerca Andrea. Ha avuto qualche problema di continuità, ma è logico: ha cambiato tanto. Gli serve tempo”. Tra le due litiganti, secondo il Mancio, non si può escludere che una terza squadra possa godere dell’esito della sfida di domani sera: “Inter e Juve sono le più attrezzate, restano le favorite, ma non significa che vinca di sicuro una delle due. Il Milan, per esempio, può anche arrivare in fondo. Ormai bisogna prenderne atto. Non mi aspettavo che facesse così bene. Non si vince così”.
Rimanendo sui rossoneri, il ct della Nazionale nota molte similitudini tra Italia e Milan: “Qualche giocatore d’esperienza e tanti giovani di qualità. Entusiasmo, empatia contagiosa, principi di gioco coraggiosi, lunga imbattibilità…Sì, ci assomigliamo”. “Calabria ha talento, personalità e determinazione. Tonali è molto giovane. E’ arrivato presto in un grande club e ha bisogno di tempo per adattarsi. Un po’ come accaduto a Romagnoli. Ma nelle ultime uscite Tonali ha fatto molto meglio. E’ cresciuto anche Romagnoli. Potranno essere utili anche in azzurro. E poi c’è Gigio, oggi Donnarumma è il più forte portiere al mondo”, ha affermato Mancini per quanto riguarda alcuni giocatori che vestono l’azzurro o potrebbero ambire a una chiamata in Nazionale.
Tornando al derby d’Italia, Mancini non si sbilancia tra Cristiano Ronaldo e Lukaku: “Li prendo tutti e due. Cristiano segna sempre da una vita. A questo punto della carriera, potrebbe anche rallentare, invece da’ sempre il massimo, in allenamento e in partita. E’ uno splendido esempio di professionalità per i ragazzi. Romelu è un altro grande esempio di generosità. Riempie il gioco e quando non c’è, l’Inter è un’altra cosa”. Poi, parole di carica rivolte a Barella e Bonucci: “Nicolò corre da inizio stagione, ci sta qualche calo. Il discorso vale anche per Leo che gioca ogni tre giorni. Lui è troppo importante per noi”.
Il ct si è poi soffermato sulle situazioni di Giorgio Chiellini e Federico Chiesa: “Quel che conta è che Giorgio torni a giocare e stia bene. Lo aspetterò fino all’ultimo. Non va collaudato ed è fondamentale, anche come riferimento in spogliatoio per una squadra giovane. In un grande club devi dare sempre il massimo, non puoi concederti pause che ti perdonano altrove. Un pareggio non basta. Giochi match internazionali. Tutto questo ti fa crescere tanto. E’ successo anche a Bastoni, per esempio. Ma Chiesa ha ancora margini di miglioramento amplissimi, può segnare molto e correggere atteggiamenti e reazioni. Da che calcio è calcio, i più bravi hanno sempre preso pedate”.
Spera che Bernardeschi, Emerson Palmieri e El Shaarawy giochino e su Sensi dice: “Speravo avesse pagato il conto con la sfortuna nel 2020, invece…Gli auguro un 2021 più generoso. Per noi è prezioso, perché può fare più ruoli”. Fondamentale anche Insigne: “Per noi Lorenzo è unico. Per il ruolo di raccordo, per come lega la squadra è il giocatore meno sostituibile. Anche Lorenzo Pellegrini è preziosissimo. In qualsiasi ruolo lo metto, risponde bene: esterno sinistro, interno, quinto attaccante. Ed è un ragazzo perfetto. Zaniolo? Nicolò è solo giovane. Crescendo capirà che per realizzare il suo talento e le sue potenzialità, dovrà dedicare al calcio gran parte della sua giornata”.
Infine il capitolo attaccanti, a partire da Balotelli: “Io non chiudo mai le porte, ma per Mario è difficile. Destro? Stesso discorso. Porte aperte per lo Schillaci di turno, ma, dietro a Belotti e Immobile, i vari Caputo, Lasagna, Scamacca, che sta crescendo, sono più avanti nelle gerarchie. Kean sta facendo molto bene a Parigi”. Tornando al campionato, Mancini ha aggiunto: “Mi aspettavo di più dal Napoli, pensavo fosse il suo anno. Mi piace la Roma: giovani e qualità. Occhio all’Atalanta, ripartita forte. E alla solita Lazio. Vedo un gruppo compatto in testa. E’ un campionato divertente per l’equilibrio, per la riduzione dell’effetto casa-trasferta e perché molte squadre se la giocano con coraggio e spirito propositivo”. Questo è quanto ha affermato il commissario tecnico della Nazionale, che non vede l’ora di tornare in veste di ct azzurro: “Coverciano mi manca tanto. Non vedo l’ora di ripartire. Sogno gli stadi pieni di gente per l’Europeo”.