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Se esistesse un David di Donatello per il miglior attore non protagonista degli ultimi venti anni di calcio italiano, andrebbe probabilmente a lui. Alberto De Rossi il calcio italiano lo ha visto cadere, crescere da più prospettive: ha allenato i Pellegrini e i Florenzi, ha sfidato i Verratti e i Donnarumma. Da Alberto Aquilani (allenato nei pulcini classe 1984 al primo incarico in giallorosso) a Lorenzo Pellegrini e Nicola Zalewski. C’è tanto di De Rossi nella Roma che ha vinto la Conference League e c’è tanto di De Rossi nell’Italia di Mancini. Ha vinto due Coppe Italia, una contro l’Entella di Nicolò Zaniolo, una persa contro la Fiorentina del suo ex allievo Aquilani. Contro l’Inter di Cristian Chivu, in finale Scudetto, Alberto De Rossi lascerà la panchina della Roma con la speranza di alzare il quarto titolo nazionale in carriera dopo quelli del 2004-2005; 2010-2011; 2015-2016. Lascerà probabilmente per un posto in dirigenza, al fianco di quel Bruno Conti che decise di puntare su di lui e che fu suo sponsor anche per un incarico in prima squadra, sempre rifiutato per “non creare un problema a Daniele“.
Non lo ha mai allenato, neanche nelle giovanili. Ora tocca a lui, Daniele, allenare, nel segno di papà Alberto. Un po’ come Chivu che le sue soddisfazioni se le sta togliendo. Con il pareggio per 3-3 dopo i supplementari con il Cagliari l’Inter accede alla finale e al Mapei Stadium indosserà la veste della sfavorita contro la dominatrice della stagione regolare. Recentemente si sta prendendo la scena il 2003 Fabio Abiuso in casa Inter, autore della doppietta decisiva contro i sardi e di due reti in Youth League. Ma occhio a Cesare Casadei, autore di 16 reti, di cui 14 in campionato e due in Youth League. Tripi e Vicario hanno piegato la Juventus in semifinale, ma le attenzioni della Roma (anche in ottica prima squadra nel prossimo ritiro) sono tutte su Missori, Faticanti e Volpato: due su tre già hanno esordito in prima squadra, il terzo ha anche segnato col Verona. Sono probabilmente loro i prossimi Bove, Zalewski e Felix. Prima però c’è uno Scudetto in palio: l’Inter ne ha 9, la Roma 8. C’è chi cerca la decima. E chi ha un motivo in più per chiudere nel migliore dei modi una carriera già storica del calcio giovanile.
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