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Luis “Lulù” Oliveira, ex attaccante di Cagliari, Fiorentina e non solo, si è raccontato in esclusiva ai microfoni di Sportface tra passato e futuro. Durante l’emergenza Coronavirus, Oliveira spiega: “Adesso vivo a Milano, sto cercando di trovare un lavoro come allenatore ma non è facile, anche per questo ho deciso di lasciare la Sardegna.”
Prima di approdare in Italia, ad inizio anni ’90 stava giocando in Belgio all’Anderlecht: “Quando il mio procuratore mi ha parlato del Cagliari, io non sapevo nemmeno dove fosse. Mi disse di fare una bella prestazione e così feci, dopo una settimana era tutto fatto. Ho avuto subito una bellissima impressione della città e della gente, mi sembrava di essere tornato a casa. Lasciare il Belgio per arrivare a Cagliari è stato bello e importante per la mia motivazione.”
Tra le sue grandi serate, un gol alla Juventus e una doppietta al Milan: “Le reti a cui sono più affezionato sono quello alla Juve in Coppa Uefa, abbiamo fatto una grandissima prestazione. Ricordo anche un gol annullato in un Fiorentina-Juve, ma era regolare come fece vedere Biscardi il giorno dopo.”
Dopo quattro anni in Sardegna, Oliveira approda appunto alla Fiorentina dove trova anche come allenatore Giovanni Trapattoni, sulla panchina viola dal 1998: “Lo conoscevo già dai tempi di Cagliari, dove venne esonerato dopo pochi mesi. Prima di Trapattoni c’era Malesani, con cui mi sono trovato benissimo perchè sapeva le potenzialità di ognuno. Aveva grande fiducia in me anche nei periodi più complicati. Trapattoni arrivò e mi cambiò ruolo, facendomi giocare sulla fascia destra. Io non ero convinto, ma i miei amici del burraco mi convinsero ad accettare quella situazione. Fu comunque una piccola delusione, venni criticato dai tifosi perchè non facevo più gol anche dopo l’infortunio di Batistuta.”
Sulla Serie A degli anni ’90, Oliveira racconta i difensori più ostici ma anche quelli che stima maggiormente: “Dico sempre Cannavaro e Thuram, sia come avversari ma anche come uomini. Facevano fallo ma ti aiutavano a tornare in piedi e chiedevano scusa, c’era gente come Bruno che entrava con un altro spirito. Tassotti mi diceva di stare lontano che mi avrebbe picchiato, ma io non avevo paura e qualche botta l’ho presa.”
Sulle differenze ambientali tra Cagliari e Firenze: “Il mio procuratore mi aveva avvisato che a Firenze avrei trovato un’atmosfera diversa, dove i tifosi volevano certi risultati. Io ho sempre dato il 100% per convincere anche i tifosi, non è stato facile prendere il posto di Baiano che era il compagno ideale di Batistuta.”
Sulla Serie A di oggi, Oliveira dice la sua: “Ad inizio anni ’90 in Italia c’erano tutti i più forti perchè era il campionato più difficile di tutti. Anche adesso ci sono tanti giocatori importanti, ma ci sono anche tanti giocatori mediocri. Se mi rivedo in qualcuno? Difficile, io non avevo fisico ma ero veloce e avrei voluto dribblare anche mia zia. Forse mi viene in mente Lautaro Martinez, a volte ci vedo qualcosa di me.”
Sul suo futuro e la voglia di allenare: “Spero di lavorare, ho il patentino e posso allenare in Italia fino alla Serie C o anche all’estero in campionati di categoria maggiore. Sappiamo come funziona, spesso gli allenatori hanno pochissimo tempo per dimostrare di saper dare un gioco e una mentalità alla squadra. Non esiste la bacchetta magica, io cerco il dialogo con i miei giocatori.”
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