Veementi polemiche a Padova per la vicenda di Michael Liguori, il calciatore condannato insieme a un coetaneo a tre anni e quattro mesi di carcere per violenza sessuale dal Tribunale di Teramo, che ha giurisdizione sulla località in cui sarebbe accaduto il fatto, Alba Adriatica. Una ragazza, infatti, ha denunciato i due giovani con l’accusa di averla violentata e il procedimento in Tribunale ha portato alla condanna.
Il club euganeo, però, sta facendo giocare regolamente il giocatore e gli stessi tifosi veneti lo hanno difeso. Va ricordato, e il caso di Portanova fa giurisprudenza, che per la giustizia sportiva, nonostante varie controversie, pare passata la linea per la quale si agisce soltanto alla fine del terzo grado di giudizio in sede penale. Dunque il Padova è libero di schierare il giocatore che a sua volta può giocare senza alcuna controindicazione.
Se non quelle di tipo morali, sollevate dalla consigliera regionale di Il Veneto che vogliamo, Elena Ostanel: “E’ un’occasione persa dal Calcio Padova di mandare un forte messaggio contro la violenza sulle donne: sbagliato scegliere il silenzio. Quello del calcio è un mondo che conosco perché ho avuto modo di frequentarlo parecchi anni fa da ex arbitra di calcio maschile. Credo che non basti scendere in campo una volta all’anno con il segno rosso sul volto se poi non si agisce dall’interno per cambiarne il volto, ancora troppo maschilista. Il silenzio non è nelle mie corde e per questo esprimo tutta la mia solidarietà alle due ragazze che con coraggio hanno denunciato: non possiamo permetterci di tacere e di voltarci dall’altro lato perché anche le parole che spendiamo contro ogni violenza possono aiutare a contrastarla. Lo deve fare la politica, lo può fare il mondo dello sport, in particolare se chiamato in causa direttamente”.