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Il tribunale della città di Catania ha definito il fallimento della società calcistica etnea, a causa di una situazione di insolvenza corrispondente a 56 milioni di euro totali. Certificazione di fallimento, dunque, dello storico club rossoblu, come proposto precedentemente dalla Procura della Repubblica tramite un’istanza. Sebbene Giovanni Ferraù, presidente della Sisi (vicina al Catania Calcio) abbia dichiarato pubblicamente di non accettare la sentenza e di voler procedere con un ricorso ufficiale, pensiero contrastante del sindaco di Catania. Ferraù si è così espresso sulla vicenda: “Prendiamo atto delle motivazioni del tribunale, che non condividiamo. Proporrò di presentare reclamo avverso la sentenza. Rilevo che il fallimento avvenga dopo poco più di un anno dalla desistenza da parte della stessa Procura, dalla prima istanza di fallimento; in un quadro attuale in cui il debito erariale e complessivo del club è stato ridotto nel corso della nostra gestione“.
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Pensiero chiaro, di Ferraù rispetto al quale si contrappongono le parole di Salvo Pogliese, primo cittadino catanese, più realista: “Una storia è finita, per sempre, e ne sento tutta la tristezza. Da Sindaco, invece, ritengo di dover ancora fare quanto è nelle mie facoltà perché la nostra storia sportiva calcistica possa ripartire su basi solide. Le responsabilità del fallimento ci sono, è naturale, sono molteplici, vanno indietro nel tempo e la storia giudicherà. Per adesso seguo con attenzione gli sviluppi della brutta notizia di oggi e le scadenze future”.
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