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Giuseppe Signori è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3 FM. L’ex attaccante biancoceleste ha parlato dei suoi ultimi travagliati anni, fatti di accuse di calcioscommesse e vicende giudiziarie. Queste le sue parole: “Sto bene. Sono stati anni difficili ma l’importante è guardare al futuro e riprendere la mia vita. Nel 2011 è cambiato tutto, l’anno prima a Coverciano avevo conseguito il patentino per allenare. Gli ultimi dieci anni non me li ridarà nessuno. Ora mi piacerebbe allenare i ragazzi per mettermi alla prova. A giugno inizierò in un’accademia a Miami, poi vedremo se arriveranno altre opportunità. Nel libro pubblicato c’è tutta la mia carriera ed anche quello accaduto dopo, essere riuscito ad ottenere la verità è stato un orgoglio, una vittoria”.
“Sono stato un idolo dei tifosi, come lo è ora Immobile: Ciro merita tutto questo, è giusto che la corona ce l’abbia anche lui perché è un grande bomber e giocatore. Io sono contento di quello che sono riuscito a fare con la maglia della Lazio, è stato un onore. Ho fatto parte della storia biancoceleste, vincendo la classifica cannonieri e raggiungendo traguardi importanti con la squadra. Sono sempre rimasto legato alle Società in cui ho giocato, ho ricordi indelebili”. Signori ha parlato anche della Nazionale e delle difficoltà di Immobile, comparabili alle sue: “Le situazioni in Nazionale sono diverse, io purtroppo giocavo in un ruolo diverso da quello che avevo nel club. Gli attaccanti purtroppo vengono considerati solo se segnano, Immobile in Nazionale ha avuto qualche problema come tanti altri bomber del passato ma il suo valore non si discute. Il problema della Nazionale parte da lontano, non solo dall’eliminazione. I settori giovanili abbandonati si stanno segnalando da anni, se i giovani calciatori italiani non trovano spazio nei rispettivi club, il problema è generale e non riguarda i singoli”.
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