Il presidente della Lazio Claudio Lotito non tende la mano ai tifosi biancocelesti, nonostante la contestazione dei laziali sia esplosa ancora più forte dopo la deludente stagione della squadra del tecnico Stefano Pioli. L’eliminazione dall’Europa League, le speranze europee ridotte al miracolo sesto posto legato a un eventuale sconfitta del Milan nella finale di Tim Cup contro la Juventus e il derby contro il Roma. Ma nella stracittadina del 3 aprile, in scena dopo la sosta per le nazionali, la curva Nord sarà ancora una volta deserta. La tifoseria della Lazio continua la sua protesta contro la divisione del settore voluta dal prefetto Franco Gabrielli: “Le barriere nelle curve? Sono scelte che magari si possono non condividere ma che bisogna rispettare, ma un presidente di calcio cosa può fare se non rispettare i dettami delle autorità di pubblica sicurezza? Ci sono stati dei comportamenti che sono stati sottoposti ad autorità giudiziaria e se ci fossimo opposti il Prefetto avrebbe decretato la chiusura dello stadio”. Queste le dichiarazioni del numero uno biancoceleste in occasione della lectio magistralis tenuta all’Open Day dell’Università Europea di Roma. “Su questo tema è stata fatta molta strumentalizzazione – precisa Lotito rispondendo a uno studente – la curva dell’Olimpico è molto numerosa rispetto a quella delle altre città e merita una gestione diversa. Sono state fatte delle scelte legate esclusivamente alla tutela della sicurezza, affinché sia luogo di tutti quelli che vogliono accedere e non patrimonio esclusivo di pochi”.
Nessun passo indietro, anzi la dura condanna da parte di Lotito nei confronti di quella minoranza di sostenitori che mette in atto nelle curve comportamenti da debellare e della sudditanza dei club rispetto alle tifoserie: “Lo stadio è diventato preda di una sparuta minoranza che condiziona la maggioranza dei tifosi, bisogna fare in modo che le persone perbene possano accedere tranquillamente all’Olimpico. In curva ci sono comportamenti non civili e lontani dallo sport. E’ documentato dal comitato provinciale per la sicurezza che nelle curve ci sia spaccio di stupefacenti, vendita di merchandising falso, reclutamento di persone per commettere reati e prostituzione”, così il numero uno biancoceleste e consigliere federale in tema di sicurezza negli impianti calcististici – poi ricorda Lotito – Ai tempi del presidente Sergio Cragnotti i tifosi hanno avuto un forte peso interlocutorio con la società. Erano intesi come appassionati deformati, facevano pressioni su chi doveva essere ceduto o acquistato. I club erano tenuti in scacco dalla tifoseria che per anni hanno avuto anche il sostegno della stessa con aumenti di capitale. Oggi i ruoli si sono invertiti, i giocatori non possono neanche più andare sotto la curva pena una multa di 40 mila euro”.