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Nel calcio, come nella vita, gli eventi inaspettati arrivano così, quasi per caso, e i record vengono frantumanti continuamente, anno dopo anno. Di solito, possono essere di due tipi: record classici, quelli che ci si aspetta che qualcuno superi prima o poi. Oppure record di altro genere, record impensabili. È di questa seconda categoria che fa parte ciò che è successo in Bundesliga cinque anni fa.
22 settembre 2015. In Germania si sta festeggiando l’Oktoberfest e all’Allianz Arena va in scena Bayern Monaco-Wolfsburg. Nessuno poteva immaginarsi che proprio durante quella partita sarebbe stato scritto un pezzo di storia. Nemmeno il diretto interessato: un 27enne polacco, Robert Lewandowski.
Siamo all’intervallo. Il Bayern Monaco è sotto per 1-0 contro il Wolfsburg. Caligiuri ha segnato la rete del vantaggio e per poco il portiere Neuer non combina la papera più colossale della stagione con un’uscita scellerata a centrocampo. L’estremo difensore tedesco viene graziato soltanto dal palo scheggiato di Guilavogui con una conclusione da 30 metri. C’è stata solo una squadra in campo nei primi 45 minuti e non si tratta della squadra di casa. Insomma, la situazione e l’atmosfera non sono delle più rosee. Se poi aggiungiamo che il Wolfsburg aveva chiuso la stagione precedente al secondo posto in Bundesliga e aveva vinto sia la Coppa di Germania che la Supercoppa tedesca battendo proprio il Bayern Monaco, è chiaro che ci sono tutti i presupposti affinché la partita vada in un’unica direzione. E per di più Pep Guardiola, all’epoca tecnico dei bavaresi, ha deciso a sorpresa di iniziare la sfida con Lewandowski in panchina. Ma è evidente che la situazione così rischia di crollare, quindi è necessario fare un cambiamento, è necessario smuoversi. E l’allenatore spagnolo ha una sola soluzione: far alzare l’attaccante polacco e sperare che sia lui a pensarci. Quando Lewandowski entra in campo, nella ripresa, ancora non sa che di lì a poco avrebbe scioccato il mondo intero.
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Il polacco entra in campo al 46’. Al 51’ Muller gestisce un pallone in area di rigore, serve Lewandowski che a pochi passi dalla porta sguarnita segna l’1-1. Robert segna appena entrato, però è davvero così singolare come cosa? D’altronde è Lewandowski, c’era da aspettarselo. E infatti ha appena cominciato. Passano solamente 50 secondi e ne piazza un altro, da fuori area. 2-1. La televisione stava mostrando ancora il replay del primo gol e lui già ne aveva fatto un altro. E come se non bastasse, dopo altri tre minuti il Bayern Monaco si riversa di nuovo in avanti. Arriva il 55’ e ci risiamo. 3-1, sempre lui. Non sembra abbia voglia di fermarsi. Come se fosse stato investito da qualche strana magia che non gli permette di sbagliare. Mai nella storia della Bundesliga un giocatore ci aveva messo così poco per segnare una tripletta: 3 minuti e 19 secondi. Il terzo gol del polacco è la fotografia di quella serata: sbaglia la conclusione per ben tre volte e per ben tre volte la palla gli ritorna sul piede. È il segno che sarebbe riuscito a segnare anche se ci fossero stati 8 portieri a contrapporsi tra lui e la rete. Era la sua serata e col destino non si può sperare di vincere, specialmente se si tratta di uno come lui che col pallone tra i piedi fa quello che vuole. Al 57’ su un cross di Douglas Costa, Lewandowski mira all’incrocio dei pali e, sotto gli occhi increduli di chi non si rende ancora conto se quello a cui sta assistendo sia un sogno o meno, cala il poker. Ma non è tutto. Assurdo vero? Eppure, il bello sta per arrivare. Al 60’, 9 minuti dopo l’entrata dell’attaccante polacco, avviene l’impensabile e la partita diventa definitivamente leggendaria. Goetze mette il pallone al centro e Lewandowski segna ancora, in semirovesciata. 5-1. 5 gol in 9 minuti. Lo stadio è in visibilio, i compagni di squadra sono senza parole, lo stesso Guardiola non ci crede. Nessuno ci crede, eppure è proprio quello che è successo. Poi, ad un tratto, il pubblico si ammutolisce. Arriva quel momento di lucidità, il momento in cui tutti capiscono davvero quello che hanno appena visto, capiscono davvero di aver appena assistito alla storia. Siamo davanti a un evento che va oltre ogni logica. Robert Lewandowski, non solo ha cambiato radicalmente una partita, ma ha infranto ogni limite umano concepibile.
Al termine del match, sarà proprio il diretto interessato a svelare un piccolo segreto: “A volte quando vedi che sei in giornata, devi semplicemente tirare. La palla entra da sé”. Certo, fosse così facile.
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