Inter-Milan è la sfida tra Inzaghi e Conceicao, ex compagni di squadra: insieme vinsero anche una Supercoppa europea
Non sarà dolce ritrovarsi. Oppure lo sarà come può esserlo il sapore di una rivincita pregustata e poi consumata sul campo. Sergio Conceiçao contro Simone Inzaghi, 664 giorni dopo quello 0-0 al Do Dragao, il muro nerazzurro alzato per difendere l’1-0 firmato Romelu Lukaku a San Siro nell’andata dell’ottavo di finale di Champions League e ritrovarsi ai quarti.
Sergio è uno che non dimentica, nonostante con Simone abbia diviso uno scudetto e una Coppa Italia nella stagione 1999-2000, con la maglia della Lazio. Più una Supercoppa Europea da sogno a Montecarlo contro lo United di Phil e Gary Neville, Roy Keane e David Beckham (1-0, segnò Salas). Ma il tecnico portoghese ha fatto capire chiaramente la sua filosofia scevra da orpelli intrisi di sentimentalismo. Quando corre la palla sull’erba nessuno è amico. Figurarsi se c’è qualcosa in palio come in questo caso, come con la Supercoppa Italiana d’Arabia.
Si è visto bene con il figlio Francisco, prima, durante e dopo la sfida contro la Juventus per accedere alla finale del trofeo. “Lui vorrà vincere e io anche, ma spero di essere felice io e non lui dopo la partita“. Missione compiuta (un grazie grosso così al portiere bianconero Di Gregorio) e solo dopo l’abbraccio padre-figlio, ma io con la finale in tasca e te no. E allora, da quell’ottavo di finale in fumo, Sergio ritrova Simone che insegue il suo settimo trofeo nerazzurro e un posto accanto ai giganti della panchina dell’Inter, il mito Herrera e Roberto Mancini.
Ma c’è tanto altro in palio: la possibilità per i rossoneri di alzare il trofeo e agganciare proprio i cugini a quota otto successi nella manifestazione, consolidando un podio in cui ora sono terzi e prima è proprio la Juve a nove. Eccolo l’altro stimolo dell’Inter: vincere e prenderli il gradino più alto del tris di regine di Supercoppa accanto ai rivali di sempre, quelli del derby d’Italia.
Supercoppa, Conceicao cerca la sua rivincita contro Inzaghi
Ma ora il derby da giocare è un altro, è quello vero: sarà il 225°, 85 vittorie nerazzurre, 67 pareggi e 72 vittorie rossonere. Certo, di partite così Inzaghi è un fagocitatore seriale: ha vinto 11 dei 26 derby di Milano e altrettanti dei 20 derby di Roma. Sergio Conceiçao potrebbe infliggergli la decima sconfitta che varrebbe come una stella al contrario perché per il tecnico nerazzurro significherebbe perdere un trofeo in un match che i tifosi sentono il doppio.
Potrebbe essere il colpo di spugna alle sei vittorie consecutive nei derby contro Pioli, che Inzaghi lo ha vissuto come un incubo. Già il maltrattato Fonseca ha spezzato quella serie lo scorso settembre. Sergio vuole provare a completare l’opera: alzare un trofeo dopo due partite sarebbe un record. Ma dall’altra parte c’è Inzaghi, lo specialista, l’incubo di tanti allenatori (un altro a cui chiedere è Gasperini dell’Atalanta dei miracoli, battuto sette volte di fila). E pensare che Sergio ha messo anche la maglia dell’Inter in carriera, proprio dopo quella della Lazio: due stagioni lasciando un segno meno che flebile. Per uno che ama le rivincite…