Calcio

La sentenza della Corte UE sul caso Diarra può davvero rivoluzionare il calciomercato?

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Logo Fifa - Foto Pa Wire/Pa Images/IPA

Era attesa da dieci anni e arriva però come un fulmine a ciel sereno: la sentenza della Corte UE emessa quest’oggi, e che ha dato ragione all’ex centrocampista Lassana Diarra, ha riconosciuto, in soldoni, la possibilità a un calciatore di lasciare il proprio club indipendentemente dalla durata del contratto e senza dover pagare un indennizzo per liberarsi. Una liberalizzazione che potrebbe avere conseguenze davvero clamorose in sede di calciomercato, quasi una nuova Bosman per i potenziali effetti. Ma può davvero cambiare il calcio (e il calciomercato) per come lo conosciamo?

Difficile rispondere in questo momento. La sentenza della Corte europea, però, traccia una strada molto chiara: senza dover leggere troppo tra le righe, si riconosce – teoricamente, è bene ribadire – a qualsiasi calciatore, di fatto, la possibilità di lasciare il proprio club indipendentemente dalla durata del contratto. Non più il semplice accordo per un futuro svincolato non prima di sei mesi dal termine del contratto, come accade adesso con tanto di obbligo di restare comunque fino a scadenza se il club non vuole lasciarlo andare, ma secondo la Corte UE qualsiasi calciatore, anche senza una giusta causa, può in sostanza lasciare al termine di una stagione la propria società, senza dover riconoscere un indennizzo e senza essere vincolato alla decisione del club stesso. Diarra, in particolare, dopo un anno ruppe il suo contratto con il Lokomotiv Mosca: era un accordo triennale e il club chiese 20 milioni di euro da dividere tra lui e il suo futuro club.

Secondo la Corte UE, inoltre, le norme della Fifa che regolano il calciomercato sono incompatibili con la libera circolazione delle persone, di conseguenza anche dei calciatori. Il caso deve comunque tornare presso il tribunale nazionale del Belgio. Da capire se questa sentenza sarà recepita dal mondo del calcio e se l’autoregolazione interna che da sempre vige lascerà invece spazio a una rivoluzione legata ai contratti e al calciomercato sulla base del diritto comunitario.

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