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“Allegri non era più sopportato, Sarri viene criticato, allo stadio al primo errore si fischia. Non è questo il modo di sostenere la Juve, essere sempre ipercritici non va bene“. È questo il pensiero del presentatore e tifoso bianconero Massimo Giletti, in un’intervista a Tuttosport, riguardo il rapporto tra la tifoseria e i recenti allenatori della Juve post Conte. “L’estetismo perfetto non ci sarà mai – ha spiegato Giletti parlando di Sarri, ingaggiato per esprimere il “bel calcio” -. Si pensava che l’allenatore potesse riprodurre il suo gioco del Napoli a Torino. Lì potevi farlo, qui sono tutte primedonne, forse troppe per uno come Sarri“.
Poi sulle recenti dichiarazioni del tecnico bianconero: “Anche Fabio Capello disse che non avrebbe mai allenato la Juve, per Enrico IV Parigi valeva bene una messa. La storia è piena di ripensamenti, cambiare idea vuol dire anche essere intelligenti, non significa venire meno a un’ideologia. Probabilmente vivere una realtà dal suo interno ha permesso a Sarri di vedere cose alle quali dall’esterno dava una lettura diversa“. E ancora: “Come ad esempio il potere ipotetico della Juve sugli arbitri: se stai dentro al club capisci dove sta la verità. Ricordo che nel 2006 una ricerca dell’Università di Cambridge dimostrò che gli arbitri che si ritenevano fossero legati alla Juve in realtà in quell’anno non la favorirono. I primi della classe sono sempre costretti a subire lezioni o attacchi ma quelle di Sarri sono parole che non mi stupiscono. Lui non è una persona banale, è intelligente e la sua è una riflessione priva di dietrologie“.
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