Maurizio Arrivabene, ex amministratore delegato della Juventus, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui ha fatto un bilancio della sua esperienza in bianconero: “Quando ho iniziato il mio lavoro, nel luglio 2021, ho trovato una situazione pesante per via degli investimenti precedenti. I contratti molto onerosi avevano creato una situazione difficile e la pandemia aveva aumentato i problemi. La strategia della società , iniziata con l’acquisto di Cristiano Ronaldo, era quella entrare in modo duraturo tra le grandi d’Europa, ma il Covid ha complicato le cose. Io ho iniziato a lavorare in silenzio, rimboccandomi le maniche, e facendo un mercato morigerato. Cos’altro dovevo fare? Andare in tv e dire che avevamo sbagliato a spendere troppo? Non oso immaginare la reazione di tifosi e media“. Sul rapporto con Andrea Agnelli, invece: “Ci sentiamo ancora. Sull’inchiesta plusvalenza le cose proseguono: ho fiducia nella giustizia“.
Oltre alla Juventus, Arrivabene ha lavorato anche in Ferrari, scuderia di Formula 1 della quale è stato direttore dal novembre 2014 al gennaio 2019: “Ci tengo a precisare che nessuno mi ha cacciato, altrimenti poi non sarei approdato alla Juventus. Semplicemente non è stato rinnovato il contratto quadriennale perché non abbiamo trovato un accordo. Oltre a team principal ero anche managing director, deleghe date da Marchionne. Con Binotto nessuna tensione, ognuno aveva il proprio ruolo“.
Infine, sui due piloti che attualmente corrono per la Ferrari: “Charles Leclerc mi ha impressionato sin dal primo giorno in cui l’ho conosciuto. Mi ha colpito il fatto che non abbassasse mai lo sguardo: continuava a fissarmi dritto negli occhi. Inoltre mi ha stupito quando, dopo la morte del padre, salì su un volo della squadra per la gara di F2. Mi disse che voleva vincere la corsa per suo padre e lo fece. Sainz invece lo conosco poco. Posso dire che ho parlato con suo padre, che ha sempre creduto in lui e non ha mai creato problemi“.