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Impera il conflitto fra Israele e Palestina che coinvolge anche, purtroppo, il calcio. Il conflitto ha portato alla sospensione della Ligat ha’Al, costringendo praticamente tutti i calciatori e gli allenatori stranieri a lasciare il Paese. Tra questi c’era anche Jose Rodriguez, il quale però dovrà ritornare in Israele per il ritorno alle competizioni del suo club, l’Hapoel Tel Aviv.
Il giocatore ha così commentato ai microfoni di AS: “Non avevo altra scelta. Abbiamo avuto la sfortuna che la FIFA non si sia pronunciata e devo rispettare il mio contratto. Se a qualche calciatore straniero dovesse succedere qualcosa, sarà responsabilità della FIFA. Stiamo parlando di un Paese che ha dichiarato guerra., conosco molte persone che non vogliono tornarci. Tutti sanno che amo Israele e non ho problemi a tornare. Infatti eccomi qui. Il contratto non avrebbe avuto importanza per me. Sarei potuto andare in tribunale e penso che avrei vinto, ma non arriverò a quel punto, soprattutto con un Paese e un club che mi hanno trattato così bene . Una parte di me si sente israeliana ma speravo che ci fosse data la possibilità di scegliere. Avrei voluto prendere la decisione da solo e non perché mi hanno ‘costretto’. Qui la vita è del tutto normale. Quando atterri guardi fuori dal finestrino temendo di vedere qualcosa di strano, ma tutt’altro. Ho visto qualcosa che mi ha colpito: le foto delle persone rapite, sono tutte affisse all’aeroporto. Ho quasi pianto quando le ho viste. Quando sono arrivato ho incontrato la mia “famiglia” di qui, abbiamo preso delle pizze e le abbiamo mangiate sulla terrazza di casa. Se non guardi la televisione o i social media, non ti rendi conto che sei in un Paese in guerra“.
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