Una lezione di calcio, pesantissima. Che il punteggio celerà a lungo negli annali, perché fra vent’anni, aprendo il libro dei ricordi annebbiati, sarà quell’1-0 nel girone degli Europei con l’autogol di Calafiori. Invece, per 94′, è stata una sofferenza raramente vista in una partita della Nazionale nei grandi tornei, in cui gli azzurri non hanno mai dato l’impressione di poter portare dalla propria parte il risultato. In balia degli eventi, in balia delle Furie Rosse che hanno dominato in lungo e in largo, segnando soltanto su autogol all’ennesimo sfondamento, tirando più volte in porta e trovando soltanto un grandissimo Donnarumma sulla loro strada. Perdere con la Spagna ci può stare, non così: è una serata in cui non si può salvare nulla, se non una timida reazione di nervi nel finale, dettata probabilmente dalla frustrazione. I ragazzi di De La Fuente spingono, gestiscono, tengono la palla e sprecano diverse occasioni, mentre l’Italia subisce per tutta la partita, sbaglia a livello tecnico, e di fatto ne esce fortemente ridimensionata.
Al di là di Germania-Scozia e per un’ora di Spagna-Croazia, quanto visto oggi è davvero uno dei massimi esempi a Euro 2024 di partita senza storia. E le parole di Spalletti di ieri, estremamente spavalde, a cominciare dalle battute ai giornalisti spagnoli sulla vera forza della Spagna (“Non siete gli unici a giocare un grande calcio, non vi sopravvalutate”), suonano drammaticamente fuori contesto.
Lo dicono anche due dati. L’Italia ha effettuato solo quattro tiri totali in questo match ed è il record negativo per gli azzurri in una partita di un grande torneo, Europei e Mondiali, da quando il dato è disponibile, ovvero dal 1980, come riporta Opta. Che all’intervallo aveva anche fornito un’altra statistica: l’Italia ha subito 9 tiri totali in 45′ e in una partita tra Europei e Mondiali non capitava da Euro 2008, anche in quel caso contro la Spagna.