[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”10725″]
L’ex attaccante dell’Inter, Diego Milito, a dieci anni di distanza dal successo in Champions League di Madrid, ha deciso di scrivere una lettera ai tifosi nerazzurri, partendo da una domande postagli dal figlio Leandro: “Papa’, ma perché ti sei messo cosi’ dietro? In tutte le immagini ci si vede a malapena…. Avevo appena segnato i due gol al Bayern Monaco, lui aveva 3 anni: me lo sono messo in spalla e ho percorso i gradini verso la coppa, verso la gloria. Su quel palco c’era parecchia agitazione e quindi eccomi la’, in fondo in un angolo, mezzo coperto, con Leandro che mi tiene le mani sulla testa, quasi sugli occhi, mentre Pupi alza la Champions League. La posizione privilegiata ce l’aveva lui. Leandro oggi ha 12 anni, e’ mancino, fa l’attaccante e gioca nel Racing. Ed e’ un super tifoso interista. Era un gruppo davvero unito, con allenamenti in cui si pedalava forte, perché la filosofia doveva essere: come ti alleni, giochi. La personalità di quella squadra era incredibile. E Mourinho stava vicino a tutti“.
[the_ad id=”248876″]
[the_ad id=”668943″]
Il Principe ricorda tutti i momenti chiave che portarono a quell’impresa storica, compresa l’incredibile doppietta realizzata in finale contro il Bayern Monaco: “A Kiev dopo aver tirato, sono caduto per terra. Il tempo di rimettermi in sesto e ho visto Sneijder che esultava come un pazzo: non mi ero reso conto che avesse segnato! Ricordo bene l’orologio del Camp Nou: sembrava di sale. L’ho guardato dopo che in campo era già trascorsa una vita e segnava 15′: interminabile, ma che coraggio quella sera da parte di tutti! Nel momento della doppietta in finale ho abbracciato idealmente i tifosi nerazzurri di tutto il mondo. Ero felice, lo sono tutt’ora, se penso a quello che abbiamo fatto, tutti insieme. Al segno che abbiamo lasciato nella storia di questo club, la nostra Inter. E ve lo dico: mai, mai nella mia vita avevo visto uno stadio pieno di gente all’alba, alle sei del mattino. Già il ritorno da Barcellona era stato fantastico, con l’accoglienza all’aeroporto. Ma quella mattina San Siro e’ stato il posto più magico del mondo: c’eravamo solo noi, c’era il popolo interista. Io ero stravolto. Ma ero stravolto di felicità ”.
[the_ad id=”676180″]