Come a volte è accaduto spesso negli ultimi anni, Pep Guardiola sfrutta una delle soste internazionali per tornare in Italia e domenica sera è stato ospite negli studi di ‘Che Tempo Che Fa’, la trasmissione in onda su NOVE e condotta da Fabio Fazio. Non solo l’incontro con l’ex compagno di squadra Roberto Baggio, ma un’intervista che è stata un po’ un percorso dagli inizi al Barcellona fino ai successi di Manchester.
“Ho esordito al Barcellona a 13 anni, ho fatto un percorso simile a quello di tanti altri giovani. Uno nella vita deve trovare le persone giuste, io non immagino la mia vita calcistica senza Cruijff. Mi ha insegnato ad amare questo gioco a questo modo, ma soprattutto mi ha insegnato a seguire l’istinto. Un genio”, riflette il tecnico spagnolo, emozionato nel parlare della leggenda olandese. Un legame che non si interromperà mai quello con il Barcellona, dichiarato anche quando parla di Champions: “Della nuova formula non ho capito nulla! Ma una squadra che non voglio incontrare è il Barcellona. Ho troppo affetto nei confronti di quella squadra, mi distrugge giocarci contro. Sarò sempre legato, trovarla non mi fa piacere”.
Ma c’è anche l’Italia nel cuore di Pep e in particolare Brescia: “Io ho imparato l’italiano ascoltando De Gregori. Ero in tribuna in quella giornata in cui Mazzone andò sotto la curva dell’Atalanta. Mi son detto ‘Ma questo è il mio allenatore?. Un allenatore di vecchia scuola, di quelli che non puoi incontrare se non viaggi e non fai esperienze. Io venivo dal Barcellona, dove tutto era comodo e facile. Per me non era facile arrivare a Brescia, una squadra che appartiene a un realtà diversa rispetto a quella a cui ero abituato. Mi hanno accolto alla grande e non mi pento, è stato uno dei periodi più belli della mia vita. Io mi aspettavo un Baggio serio, invece era l’anima di quella squadra. Con Toni e gli altri era un gruppo strepitoso, ci siamo divertiti tanto”.
Parole al miele anche per Lionel Messi: “Per me il giocatore più forte di tutti i tempi. Forse è una mancanza di rispetto verso Maradona, Pelè e gli altri, ma io ho visto quel ragazzo allenarsi tutti i giorni e giocare ogni tre giorni in maniera incredibile. Quando lo vedi così vicino ti rendi conto di cos’è. Siamo fortunati di poterlo ammirare. E’ la grande bellezza, come direbbe Sorrentino”.
Sul futuro, come prevedibile, non si sbilancia: “Ultimo anno a Manchester? Devo riflettere, se avessi già deciso te lo direi. In Italia? Se Roberto Baggio mi accompagna, vengo (sorride)”.