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“Io non pensavo che il calcio italiano fosse guarito con la vittoria all’Europeo, che mi ha reso enormemente felice; così come penso che sia finito con il fallimento alle qualificazioni mondiali, che mi addolora, e per questo ho sottoscritto con Mancini un contratto di sei anni: per impostare un progetto”. Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, è intervenuto così in un’intervista a “Tuttosport”. “Ciò che invece mi preoccupa molto, nel mio ruolo, è la sostenibilità del sistema di cui devo essere garante – aggiunge -. E per portare a termine la riforma più importante c’è solo un modo. Abolire il diritto di veto. Non è ammissibile che una sola Lega possa bloccare tutto: se non ci sarà un accordo, convocherò un’assemblea straordinaria per togliere il diritto di veto”.
“Non vorrei che si limitasse un passaggio così epocale a una questione di numeri o, anche, “solo” politica – afferma -. E’ una questione più ampia: culturale, di prospettiva. Serve una visione e non bisogna avere paura del cambiamento, bisogna governarlo. I tempi? Rapidi, rapidissimi. Dobbiamo fare in fretta: entro il 2022 il processo dovrà essere avviato”.
Sul tema stadi: “Non nego che il problema della burocrazia in Italia esista, ma il capitolo infrastrutture e stadi non viene letto da molti come una priorità. D’altra parte sono convinto che non si debbano chiedere risorse allo Stato e neppure che si debba aspettare un grande evento, sebbene noi ci candideremo a ospitare Euro2032, per costruirli”.
Sull’addio di Giorgio Chiellini alla Nazionale il primo giugno: “Appena sarà finita la partita contro l’Argentina gli chiederò di venire a lavorare con me. Perché Giorgio è destinato a diventare uno dei dirigenti più illuminati del calcio italiano: è serio, preparato, conosce nei dettagli dinamiche umane ed economiche. Chi lo prende a lavorare con sè, realizza un grande affare e infatti lo prenderei subito”.
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