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Gianlugi Donnarumma rompe il silenzio. A poche ore dalla sfida decisiva per il passaggio ai sedicesimi di finale di Europa League contro l’Austria Vienna, il portiere del Milan parla al sito ufficiale della Uefa, mostrando un ampio ottimismo in vista del futuro rossonero e lanciando segnali di rinnovato amore.
VERO AMORE – Dopo la chiacchieratissima querelle estiva sul suo rinnovo di contratto Donnarumma parla del suo viscerale amore per i colori che rappresenta: “Ho sempre sognato di giocare nel Milan fin da bambino quindi sono onorato di farne parte e di dare tutto me stesso per questo club. Sono orgoglioso di indossare questa maglia. Come idolo ho avuto Kakà, ma anche Shevchenko è stato davvero un grande” . In merito alla sua prima esperienza europea con il Milan, il numero novantanove non ha dubbi: “L’Europa è il posto che il Milan merita, il posto dove il Milan deve sempre stare. Per me giocare in Europa con i rossoneri è un’emozione indescrivibile. Fin dall’inizio sentivo una tensione in più. La prima partita? E’ stato fantastico, ricordo un incredibile entusiasmo”.
IL MERCATO – Nella lunga intervista immancabile un accenno alla difficoltosa prima metà di stagione, dopo la rivoluzione di mercato estiva: ”Siamo una squadra che ha cambiato tanto, acquistando grandi giocatori in estate. Sappiamo che non era facile inserirli subito. C’è sempre da lavorare molto per farli integrare al meglio. Tra i nuovi c’è pure mio fratello, è bellissimo perché ridiamo e scherziamo. In allenamento lavoriamo molto ma c’è sempre qualche momento per sorridere. Con lui mi diverto così come con Storari e Gabriel. Lavoriamo tanto ma ci divertiamo. Siamo una squadra molto giovane e con molto talento. Penso che il Milan abbia un grande futuro davanti a sé“.
L’ESORDIO – Ricordando il proprio esordio contro il Sassuolo a San Siro, “Gigio” ancora si emoziona: “Sono partito con Mihajlović come terzo portiere. Mi sono sempre allenato bene e il mister ha creduto in me. E’ arrivato il giorno in cui mi ha chiamato nello spogliatoio e ha deciso di farmi giocare. Io mi sentivo pronto, non avevo paura di giocare. Ero sorpreso sì ma niente paura perché avevo tanta voglia di dimostrare”.