“Il Dna del Genoa è passione e determinazione, rabbia agonistica e anche saper giocare a calcio, perché quest’anno abbiamo saputo giocare a calcio e in più partite abbiamo fatto grandi partite contro grandi squadre. Paradossalmente abbiamo sofferto un po’ di più giocando contro squadre che si giocano tanto, come per esempio nella partita pareggiata in casa con il Frosinone”. Alberto Gilardino racconta il suo Genoa a ‘Storie di serie A’, su Radio Serie A con Rds. “Siamo cresciuti tantissimo dall’inizio ad oggi, sia come singoli che come gruppo – prosegue il tecnico – Tanti giocatori come Gudmundsson, Bani, Frendrup, Sabelli e De Winter hanno fatto un percorso importante. Sono rientrati giocatori importanti come Retegui, Malinovskyi e Messias: vorrei citarli tutti perché tutti hanno avuto una crescita straordinaria e sono stati impattanti nel corso della stagione”.
Gilardino siede sulla panchina del Genoa dopo essere subentrato a Blessin nel corso della passata stagioe in Serie B e racconta il modo in cui è arrivato fin qui: È stato ed è un percorso molto bello, stimolante e affascinante. Ho iniziato 5 anni fa perché volevo mettermi alla prova e avere nuovi stimoli. Lo faccio con grande passione e questo mi piace. Credo che la perseveranza, la voglia di non porsi limiti e di crearsi nuovi stimoli nella vita, come nello sport, ti porta a fare un bel percorso. Mi sono ispirato ai molti maestri che ho avuto. A livello umano e di carisma potrei citare Carlo Ancelotti, uno degli allenatori più vincenti, ma anche Lippi, Pioli, Gasperini, Prandelli nei miei primi anni a Parma… non li cito tutti, ma ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa”
Gilardino si sofferma sulle due punte di diamante del suo Genoa: “Gudmundsson è un giocatore che bisogna lasciare libero all’interno del campo, soprattutto in fase di possesso è molto bravo a ritagliarsi lo spazio nelle zone di campo. Non ha solo dribbling, ma anche attitudine in fase difensiva. Retegui è una prima punta classica, è un giocatore che lavora molto bene dentro l’area di rigore e sa muoversi in quella zona di campo. Europeo? Penso che possa essere importante per questa Nazionale e mi auguro faccia un grande finale di stagione con noi”.
“Io dico sempre la verità: qua ho fatto e sto facendo un percorso di crescita incredibile – afferma Gilardino in merito al suo futuro -. Il pensiero più grande è finire nel modo migliore questa stagione, ci sarà poi il tempo di pensare al futuro. La decisione non spetterà solo a me, per ora cerchiamo di finire nel modo migliore e fare più punti possibili. In quelle situazioni, oltre all’aspetto contrattuale, bisognerà capire gli obiettivi e i programmi in base a quale sarà la volontà della società nei confronti della squadra. Se la società deciderà di sacrificare giocatori bisognerà capire quali giocatori entreranno, che magari avranno bisogno di tempo per adattarsi”.