“Noi siamo il campionato più bello del mondo, non abbiamo perso l’appeal rispetto a quello, che da più parti, si cerca di diffondere come messaggio non sempre attuale”. Lo ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina, oggi all’università di Macerata, rispondendo ad una domanda dell’ANSA su come si può tornare ad essere il campionato migliore in Europa. “Il calcio affascina, cresce, è uno dei riferimenti più importanti di impatto del Pil del nostro Paese – spiega a margine dell’inaugurazione dei corsi di Giurisprudenza -. Il calcio è quella dimensione economica che versa un miliardo e 300 milioni nelle case dell’erario, il calcio è quello che ha un suo peso di un milione e 400 mila ragazzi, una dimensione sociale che ha il 20% della popolazione di ragazzi tra i 5 e i 14 anni che è tesserata per la Figc”. Centrale è il tema della riforma del calcio definita “indispensabile”. “È indispensabile – spiega – non sotto il profilo della superficialità legata alla semplice riforma dei campionati, ma occorre una riforma complessiva del calcio italiano – ha aggiunto -. Dobbiamo riscrivere delle nuove regole dello stare insieme”. “Dobbiamo essere espositivi per la riforma di tutto il calcio italiano a cominciare dall’aspetto economico-finanziario”, ha sottolineato Gravina.
A margine dell’evento, Gravina ha anche ribadito che il razzismo negli stadi e nei campi di gioco “si combatte con la cultura, con l’educazione, entrando in questi ambienti universitari, perché il calcio da solo non ce la può fare”. “Stiamo parlando di fenomeni sociali, come fenomeni che non riguardano solo il calcio ma tutta la nostra vita e quindi tutti insieme, famiglia, scuola, istituzioni, possiamo combattere queste piaghe del nostro vivere quotidiano”, ha aggiunto il numero 1 di Via Allegri.