[the_ad id=”10725″]
“Chi butterei giù dalla torre? Malagò“. L’ex presidente della Figc, Carlo Tavecchio rompe il silenzio e torna a parlare concedendo una lunga intervista in esclusiva ai microfoni di Sportitalia. “Non ho capito perché Malagò abbia cambiato atteggiamento nei miei confronti – ha spiegato – non ho fatto niente contro le decisioni prese da lui al Coni e ho cercato di essere sempre un uomo di pace all’interno federale mettendo a disposizione le mie risorse e non protestando per i prelievi che mi hanno fatto cercando di vivere alla luce di una Federazione che dà al Paese un risultato, anche se non andiamo ai mondiali ma siamo sempre nell’occhio del ciclone, nel bene e nel male. Non ho trovato altrettanto rispondenza”.
Poi Tavecchio è tornato a parlare di Giampiero Ventura: “Lui non è il mio più grande errore. Noi ci trovammo a casa di Malagò e questa fu la decisione partorita su Ventura con un’altra persona che era Lippi. Poi i fatti che riguardano Lippi non sono procurati da me situazioni contingenti e oggettive. Tutti erano contenti di Ventura, nessuno escluso, tant’è che abbiamo fatto una cena su questo argomento. Ventura ha fatto quello che tutti gli chiedevano di fare. Secondo me Ventura ha sbagliato dal punto di vista tecnico. Dal punto di vista politico doveva dimettersi quella sera, dal punto di vista etico morale. Perché non l’ha fatto? Evidentemente le sue valutazione erano diverse dalle mie. Ha preso tutti i soldi dallo stipendio? Si, ha preso tutti i soldi dallo stipendio”.
Infine c’è spazio per un retroscena su Antonio Conte: “Se io non avessi dato 28-30 milioni al Coni, mi tenevo Conte. Ha capito bene cosa le ho detto? Conte restava se noi avevamo la capacità economica di pagarlo. Però la Federazione ha dato 30 mlioni, o meglio. Il Coni si è trattenuto più di 30 milioni dei contributi che dava alle federazioni passando da 80 milioni di contributi a 36/37 quando c’ero io. Quindi ce ne passano di soldi. Potevo pagare Conte, Pelè. Con Conte non saremmo mai rimasti a casa”.