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Il ritorno ai livelli pre-pandemici del numero dei tesserati (1.4 milioni), con l’aumento a livello giovanile del 36%. Poi un impatto socio-economico della pratica calcistica prodotto a beneficio del Sistema Paese stimabile in oltre 4,5 miliardi di euro. Ma anche il patrimonio delle Nazionali giovanili testimoniato dai recenti risultati sportivi dell’Under 20 e dell’Under 19 e il terzo posto europeo della FIGC per ricavi commerciali derivanti dalle Nazionali. E sullo sfondo c’è una perdita aggregata del Sistema calcio professionistico pari a 1,4 miliardi di euro. Questo è il quadro che emerge dal tredicesimo Report Calcio, sviluppato dal Centro Studi FIGC in collaborazione con AREL (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC Italia. “Da questo ennesimo studio emerge chiaramente il potenziale straordinario del mondo del calcio nel suo complesso“, ha commentato il presidente della FIGC Gabriele Gravina. Il calcio “rappresenta il primo fattore di sviluppo in ambito sportivo e uno dei più rilevanti dal punto di vista sociale del nostro Paese – spiega il numero 1 di Via Allegri -. ReportCalcio è un contributo di trasparenza, ma soprattutto uno stimolo per tutti gli stakeholder per conoscere nel dettaglio punti di forza e criticità del movimento, così da studiare e mettere in pratica soluzioni condivise. L’obiettivo della Federcalcio è agevolare un processo di sviluppo integrale che parta dalle persone per aggiornare i processi, migliorando la fruibilità del calcio sotto ogni aspetto. Proprio per questo, tra i tanti, il dato da evidenziare è quello che certifica il recupero degli oltre 200 mila tesserati del Settore Giovanile e Scolastico persi durante la pandemia. Per quanto riguarda l’aspetto economico, invece, risulta evidente la necessità di riportare in equilibrio il sistema, mettendo sotto controllo i costi e destinando risorse per gli investimenti nei vivai e nelle infrastrutture”.
“Rispetto al disavanzo economico aggregato di 1,3 miliardi di euro registrato nella stagione 2020-2021, fortemente impattata dal periodo pandemico, nella stagione 2021-2022 si è registrata una perdita aggregata addirittura superiore, pari a 1,4 miliardi di euro – le parole di Federico Mussi, Partner PwC Italia –. Si tratta del peggior risultato netto nei 15 anni analizzati nel ReportCalcio, a conferma che il settore continua a manifestare una difficoltà strutturale. Nelle ultime 3 stagioni, la perdita complessiva prodotta dal calcio professionistico italiano è stata pari a quasi 3,6 miliardi di euro. Sui conti continua a pesare in modo determinante il costo degli stipendi che nell’ultima stagione sfiora l’84% dei ricavi (al netto delle plusvalenze). Da un punto di vista finanziario, l’indebitamento complessivo del calcio professionistico nel 2021-2022 supera la soglia dei 5,6 miliardi di euro e l’indice di liquidità, mediamente pari a 0,5 sia per le società di Serie A che per quelle di Serie B, limitano in modo importante la possibilità di fare investimenti. Il calcio professionistico necessita ora più che mai di sistemi e modelli virtuosi di monitoraggio e controllo dei costi, affinché siano commisurati alla capacità di generazione di cassa. Rispetto ad altre leghe europee, il calcio italiano presenta peggiori parametri economico-finanziari, una maggiore dipendenza dai ricavi televisivi, minori misure a sostegno dei giovani e minori investimenti infrastrutturali. Ciò nonostante, il settore continua ad attrarre capitali e investitori, guidati spesso da una strategia di internazionalizzazione che punta a valorizzare diritti tv e broadcasting, marchi e attività di merchandising, investimenti in tecnologia e in area digitale. Sul fronte degli investimenti, la candidatura per ospitare l’Europeo del 2032 rappresenta una grande opportunità per accelerare investimenti infrastrutturali che appaiono sempre più indispensabili per guidare la crescita del Sistema Calcio e non solo”.
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