“Tommasi candidato alla presidenza della Federcalcio? Damiano è una persona straordinaria, ma non so se la Lega Pro può sostenere una candidatura di questo tipo. Votano le società e non io. Il 18 dicembre avremo un’assemblea a Firenze e sfioreremo questo problema, ci incontreremo e ne parleremo. Noi siamo alla ricerca della soluzione del più ampio consenso possibile, è quello che chiede il Coni e quello che chiede chi ama il calcio italiano ed è quello che chiediamo noi come dirigenti”. Lo ha dichiarato il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina a margine della IX edizione del premio Andrea Fortunato svoltasi nella sede del Coni.
“Il problema è capire quanto riesce ad aggregare una componente che per un passaggio storico culturale ancora non viene vissuta trasversalmente da tutto il mondo del calcio – prosegue il numero uno della Lega Pro parlando dell’Associazione italiana calciatori – Sicuramente è una componente che deve ricevere forti coinvolgimenti perché è parte attiva del nostro movimento non solo sotto il profilo numerico ma anche sotto il profilo della qualità che può essere molto utile al mondo del calcio”. All’elezione della Federcalcio, lunedì 29 gennaio, si rischia di arrivare senza il presidente della Lega Serie A: “ La Lega di A è la Lega di riferimento del nostro mondo, abbiamo bisogno di testimonianze molto forti in questo momento e purtroppo non arrivano. L’auspicio è che si diano in tempi rapidi una governance e che sia una governance propositiva, moderna e che abbia la capacità di essere l’elemento trainante del calcio italiano” si auspica Gravina che commenta anche la decisione del presidente del Coni Giovanni Malagò di non commissariare la Federcalcio: “Il presidente Malagò ha fatto due affermazioni. Quella che a me interessa molto di più è l’invito a dimostrare quello che il calcio è in grado d poter fare. Per me è una dichiarazione importante, forte, di grande responsabilità per noi dirigienti del calcio. Adesso non c’è investitura migliore da parte del presidente del Coni verso il nostro mondo alla quale dobbiamo dare una risposta concreta e molto efficace altrimenti corriamo il rischio di provocare, per una serie di ragioni, un intervento che sarebbe una certificazione di non qualità da parte nostra”