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Il 24 giugno del 2022 finiva la favola del Chievo Verona e si arrivava alla trattazione di questa storia come un vero e proprio incubo. Dopo quasi un anno dall’ultima volta del Chievo, al bando d’asta per la vendita del marchio Chievo dopo il fallimento della società dell’ex presidente Luca Campedelli.
I curatori fallimentari, Renzo Panozzo e Luca Toninelli, con un comunicato hanno precisato la posizione della curatela, diffidando difatti l’ex presidente Campadelli. Questo il comunicato: “Il fallimento è proprietario della matricola, ancora in essere grazie all’esercizio provvisorio, e dei marchi registrati ‘Chievo’ e ‘Chievo Verona centro ‘Bottagisio’ è di proprietà di una società controllata della fallita. Non è neppure solo ipotizzabile l’utilizzo di asset della società Chievo Verona, ivi compresi il marchio, la matricola, l’avviamento e delle sue controllate, senza l’autorizzazione del Tribunale. Nessun soggetto è autorizzato all’uso di marchi, di simboli che richiamano la squadra, di allusioni di continuità dell’attività della fallita che sta ancora operando; gli organi della procedura si sono già attivati per difendere la proprietà della fallita in ogni sua forma, riservandosi di agire in tutte le sedi competenti per il perseguimento di eventuali condotte illecite, in quanto violative di marchio, di concorrenza sleale sotto vari profili, distrattive, di turbativa d’asta e per la tutela di tutti i diritti della fallita, della massa dei creditori e di eventuali futuri aggiudicatari del ramo d’azienda di cui al bando in essere”
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