[the_ad id=”445341″]
“Carlo Ancelotti è il migliore al mondo. Ha vinto ovunque abbia lavorato. È difficile vincere tanto quanto Carlo ha vinto. Va in Germania e vince, va in Inghilterra e vince, in Italia va e non è che vinca, fa un miracolo. Il suo segreto è l’intelligenza. Non ha un sistema, dipende dai giocatori che ha. Saper trasformarsi è un segno di intelligenza. Non puoi sempre giocare con lo stesso stile, dipendi dai giocatori che hai. Devi schierare i tuoi giocatori con lo schema di gioco che consente loro di dare di più e darti il 100%”. Fabio Capello, intevistato da MARCA a magine dei Globe Soccer Awards, parla in particolar modo di Real Madrid e celebra il lavoro di Carlo Ancelotti. “Non mi sorprendono le critiche a Xavi dopo aver vinto la Liga – spiega Capello parlando ora dei rivali blaugrana -. Lewandowski lo sta deludendo un po’, non è lo stesso l’anno scorso, e questo è un aspetto importante. Haaland è un giocatore che migliora ogni anno, perché è giovane; ma Lewandowski non gioca al livello che lo conosciamo quest’anno. E questo è un problema”.
Su Bellingham: “Sono sorpreso, gli inglesi quando lasciano il loro paese hanno sempre problemi, ma è molto probabile che essere passato attraverso la Germania prima deve averlo aiutato molto. E’ un giocatore molto completo, sa fare tutto. Fa un sacco di cose e a un livello molto alto, la sua qualità è enorme. Bellingham è completo ad un livello molto alto, in grado di fare la differenza. Sta facendo cose che non puoi immaginare… Alcuni passaggi che dà, alcuni movimenti che fa sono unici”. E mette il n°5 del Real su un piano molto alto: “Lui e Mbappé i migliori. Combateranno come hanno fatto Messi e Cristiano Ronaldo. Haaland? Un incredibile attaccante, un uomo di porta, un animale che è anche tecnicamente buono. Ma Mbappé e Bellingham hanno tutto”.
Sul VAR: – “Prima di tutto, molti arbitri non sono mai stati giocatori, non conoscono i movimento necessare che essi compiono. Ecco perché dico che al Var bisogna mettere anche un ex giocatore. Ma gli arbitri sono così: c’è il loro mondo e il resto del mondo. Vogliono rispetto ma non vogliono sapere nient’altro, e spesso falliscono”.
Sulle nuove proprietà nel calcio: “Non c’è rispetto, come accaduto con Paolo Maldini. Puoi licenziare qualcuno, perché il mestiere di allenatore comporta il rischio di poter essere cacciato in qualsiasi momento e te lo assumi. Ma spesso non vedono l’ora di andare negli spogliatoi per dire a Mourinho che non è più allenatore della Roma o Maldini che non è più direttore sportivo del Milan. Per favore! Vieni, parliamo con calma e poi decidi tu cosa vuoi. Questo è rispetto per me, questa è educazione. Ma questo non accade solo nel calcio”.
[the_ad id=”1049643″]
[the_ad id=”668943″]
[the_ad id=”676180″]