Calcio

L’ex Inter M’Vila: “Ho sofferto di depressione, i soldi non mi sono serviti a niente”

Yann M'Vila
Yann M'Vila - Foto PA Wire/PA Images / IPA

Yann M’Vila, ex giocatore anche dell’Inter, ha deciso di fare ritorno in Francia, a Caen, quattro anni dopo aver lasciato Saint-Etienne. Ai microfoni di Ouest-France, il centrocampista 34enne si apre sulla propria esperienza con la depressione. La carriera da calciatore è iniziata con l’Amiens SC, che lo aveva notato mentre a nove anni giocava nel parcheggio di un circo. “Ho fatto una prova, è andata bene. All’epoca vivevo con mia madre in un ostello che faceva da casa per donne vittime di violenza. Non potete immaginare quanta solidarietà c’è tra donne che stanno passando lo stesso inferno. E’ così che ho imparato anche ad essere di supporto agli altri. Nonostante la tristezza che io e i miei fratelli e sorelle abbiamo provato, abbiamo vissuto anche momenti molto belli, perché eravamo tutti insieme. Quando ero piccolo il calcio era sia una passione che una liberazione, era l’unico modo in cui potevo scappare“.

L’obiettivo era diventare professionista e fare soldi. Quando ho firmato il mio primo contratto da professionista, ho preso un appartamento e ho portato con me mia madre e le mie sorelle. Volevo dare a mia madre la vita che merita. Ci ha salvato e le devo tutto. Mio padre aveva dei diritti sui miei primi stipendi. Se ricevevo il pagamento il 5 del mese e andavo al bancomat il 6 o il 7, non era già rimasto nulla. Mio padre ha preso tutto. Ho passato momenti molto difficili con lui. Dovevo andare al bancomat alle 00:01, ora in cui arrivava la busta paga, per prelevare i miei soldi e poter aiutare mia madre“, spiega M’Vila. Nel corso della sua carriera, mentre era nel mirino delle big europee, ha optato per il Rubin Kazan in Russia: “Non dirò che il denaro non porti la felicità perché contribuisce ad essa e rende le cose più facili. A quel tempo ricevevo 500.000 euro netti al mese. In due mesi ne avevo un milione. Ma ero nella mia stanza depresso. Avevo questi soldi sulla carta, ma non mi sono serviti a niente. Quando ti prende, ti prende”, spiega il calciatore, che ha sofferto anche di attacchi d’ansia: “Non potevo più salire su un aereo. Ho fatto yoga, ho preso pillole. La sera il medico mi ha fatto un’iniezione per farmi calmare e addormentarmi. È successo un po’ anche a Saint-Étienne”. Il trasferimento ai Verdi ha giovato alla sua salute mentale, con la partita contro il Metz decisiva: “Abbiamo perso 3-0 lì (17 gennaio 2018) e mi sono davvero divertito. È stato allora che mi sono detto: in realtà sono capace. Non c’è più bisogno di avere paura e ho potuto continuare”. 

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