Un’annata folkloristica, vero, ma che deve ancora concludersi e decidersi. Max Allegri l’ha letta bene e alla vigilia della partita più importante della stagione della Juventus, che a sua volta è vigilia della partita fuori dal campo, quella del tribunale della Corte federale d’Appello dove il 22 maggio arriverà una nuova penalizzazione a poche ore peraltro dall’Empoli. Vincendo a Siviglia si avvicina la qualificazione in Champions, oltre alla possibilità di vincere un trofeo europeo oltre venticinque anni dopo l’ultimo, poi però lunedì dal campionato la stessa Champions del prossimo anno, al momento blindata col secondo posto, si allontanerà irrimediabilmente. Folklore tutto italiano, Allegri lo sa bene: ribaltoni su ribaltoni che fanno male alla credibilità del nostro calcio.
Che, però, ha già una finalista di Champions seppur in un match – solo sulla carta – proibitivo, e che spera di portarne altre in Europa e Conference. La Juventus è una di queste e indipendentemente da chi tra Roma e Leverkusen avanzerà all’atto conclusivo, sembra proprio quella del Sanchez Pizjuan la sfida infernale, quella da superare per raggiungere la vetta, anche perché sono state spesso le trasferte a complicare i piani della stagione bianconera. La Juve se la gioca senza Vlahovic, che in campo con la Cremonese fa i conti con una conseguente bocciatura in Europa, dove verrà scelto un Milik però non in gran forma a sua volta, con lui Di Maria che deve ancora dimostrare di essere decisivo quando conta e forse persino Chiesa dal primo minuto, lui che ormai è recuperato a differenza di Pogba che ha salutato al prossimo anno.
Ma per la qualificazione in finale servirà la migliore Juventus, e quest’anno si è vista ben poche volte. E’ mancata spesso personalità, ma quella si è vista solo a tratti anche all’andata all’Allianz Stadium sette giorni fa, è mancata convinzione, qualità del gioco, non però la voglia di non mollare mai e di crederci fino alla fine. Quel gol di Gatti tiene tutto in piedi: arrivato quando sembrava ormai impossibile, forse a dare un’illusione che verrà spazzata via dai forti ragazzi di Mendilibar, forse invece per riscrivere la storia di quest’annata che sì, è folkloristica, ma può regalare ancora sorprese.