Paulo Fonseca - Foto Antonio Fraioli
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Sarà il settimo precedente tra Roma e Shakhtar Donetsk, sorteggiate agli ottavi di finale di Europa League. La prima però in Europa League, dopo sei incroci tutti in Champions League, l’ultimo nel 2018 con i giallorossi che riuscirono a trionfare nel doppio confronto con un 1-0 deciso da Edin Dzeko. All’epoca sulla panchina degli ucraini c’era Paulo Fonseca che oggi, dopo aver eliminato il Braga, si prepara ad affrontare un’altra ex nel suo percorso. Sorteggio duro ma non così impossibile per i giallorossi che evitano le inglesi, a differenza del Milan (sfiderà il Manchester United). Resta vivo il ricordo del 2018 e la Roma non vuole fermarsi perché il sogno della finale di Danzica può essere davvero vivo.
Ma che squadra è questo Shakhtar Donetsk? Rispetto a quella di Lucescu e Paulo Fonseca, è forse meno spettacolare e meno propositiva. Lo ha dimostrato nel doppio confronto contro l’Inter quando Lukaku e compagni furono costretti a fermarsi due volte sullo 0-0. La formazione dell’altro portoghese Luís Castro è pragmatica ma imprevedibile. Capace di sbancare il Bernabeu e di subire dieci gol in due partite contro il Borussia Moenchengladbach. Tanti i veterani nella rosa, alcuni anche presenti nel match del 2018: Junior Moraes, Taison e Marlos. Ma gli occhi sono puntati sul difensore centrale Matvienko, il terzino destro Dodo, il funambolo Marcos Antonio (accostato anche ai giallorossi in passato), Tete e Solomon, principali pericoli sul fronte offensivo. Ancora imbattuta in campionato e ad un punto dalla capolista Dinamo Kiev, lo Shakhtar ha da poco ripreso a giocare dopo la fine della pausa invernale interrotta ad inizio febbraio. Sarà l’antagonista nel momento decisivo della stagione, la Roma all’Europa League vuole crederci e lo ha dimostrato con un doppio confronto all’insegna di determinazione e turn over azzeccato. Paulo Fonseca mette in palio un futuro potenzialmente luminoso contro il suo passato. La motivazione di certo non mancherà.
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