Doveva vincere a Marsiglia per sistemare una situazione che poteva essere complicata e la Lazio di Inzaghi non ha fallito: quando il gioco si fa duro i biancocelesti cominciano a giocare portando a casa 3 punti d’oro e salendo a quota 6, +5 proprio sui francesi che occupano il terzo posto nel girone H, quello che vale l’eliminazione. Ci pensa Wallace a sbloccare il match con un colpo di testa dopo 10 minuti che sorprende Mandanda e porta in vantaggio i capitolini. La Lazio amministra, poi nella ripresa raddoppia con l’accoppiata Immobile-Caicedo: il napoletano rifinisce, l’ecuadoregno segna con un sinistro che fulmina l’estremo difensore del Marsiglia. A spaventare i biancocelesti ci pensa Payet che accorcia su punizione, ma è Marusic, allo scadere, a chiudere i giochi con un sinistro a giro che fissa il risultato sul 3-1 e consente alla Lazio di tornare a Roma con un bel pezzo di qualificazione in tasca.
LAZIO (3-5-2)
Strakosha 6
Non doveva giocare e invece, un po’ a sorpresa, difende i pali al posto di Proto. Spettatore non pagante nel primo tempo, si fa notare nella ripresa quando, sollecitato da Luiz Gustavo in due occasioni, risponde presente blindando la porta laziale. Poteva fare forse qualcosa in più sulla punizione di Payet che vale il gol della bandiera per i francesi.
Wallace 7
Spesso svagato e impreciso, ma non stasera: sbaglia un solo appoggio in tutto il match, fortunatamente senza conseguenze, ma soprattutto sblocca il risultato con uno stacco di testa imperioso dopo appena 10 minuti che consente alla Lazio di mettere la partita sui binari giusti.
Acerbi 6.5
Se il Marsiglia combina poco o niente il merito è anche suo: annulla Payet, il più pericoloso degli avversari, limita Mitroglu e fa sempre partire l’azione dal basso. L’ennesima prova di personalità per l’ex Sassuolo.
Radu 6.5
Una garanzia, dalla sua parte è difficile riuscire a passare. Un’unica sbavatura in tutta la partita, dove non arriva con il fisico ci mette l’esperienza.
Caceres 6
Si adatta a giocare sulla corsia destra per far rifiatare Marusic limitandosi a spingere solo se necessario. Nella ripresa si sposta anche sull’out opposto, un jolly prezioso per Inzaghi.
Milinkovic-Savic 6
Un passo avanti rispetto alle ultime partite: entra in campo con l’atteggiamento giusto, non vuole strafare. Non è ancora il giocatore devastante visto nella passata stagione, ma sembra in netta ripresa.
Leiva 6.5
Inzaghi non può fare a meno di lui, la mediana è il suo regno. Se ne accorgono tutti quando è costretto a uscire ad inizio secondo tempo, l’equilibrio garantito dal brasiliano è indispensabile per i biancocelesti. (Dal 47′ Marusic 7: spinge quando deve, la forza non gli manca nonostante le condizioni fisiche non perfette. Impreziosisce il match con un sinistro all’incrocio che vale il prezzo del biglietto.)
Parolo 6.5
Mezzala, mediano e anche registra, l’ex Parma non si risparmia. Avrebbe dovuto rifiatare, ma i problemini fisici di Berisha lo costringono agli straordinari. Risponde presente come al solito garantendo la solita partita di quantità e qualità.
Lulic 6
La corsia sinistra è il suo regno, ma si sacrifica anche da intermedio all’occorrenza. Sembra troppo nervoso tanto che Inzaghi lo richiama in panchina dopo un’ora di gioco. (Dal 62′ Berisha 5.5: con il Parma aveva acceso la luce, contro il Marsiglia la lampadina va ad intermittenza. Non è al meglio e la sua prestazione lo conferma con qualche appoggio sbagliato di troppo)
Caicedo 7
Lotta, suda e finalizza: la coppia con Immobile funziona tanto che il raddoppio nasce proprio da una loro combinazione. Insieme i due si trovano a meraviglia e la Lazio non può che trarne beneficio.(Dal 74′ Cataldi s.v.)
Immobile 6.5
Non segna, ma trova comunque il modo di essere decisivo: l’assist per Caicedo, con il quale mette l’ecuadoregno solo davanti al portiere, è un cioccolatino solo da scartare. Una partita di sacrifico la sua; prende anche un palo, ma basta la sua presenza ad incutere timore nei difensori avversari.
All.Inzaghi 6.5
Sceglie ancora una volta Caicedo in tandem con Immobile, il risultato gli da ancora una volta ragione. La vittoria della sua Lazio, a Marsiglia, se non rappresenta un’impresa gli somiglia tanto.