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Un approccio ottimo, poi il baratro più totale. Ma alla fine, arriva un pareggio insperato, forse non del tutto immeritato, anche in virtù del clamoroso rigore non concesso, che lascia aperte le speranze al ritorno, dove però servirà tutt’altra roba. E’ questo in pillole l’atto primo della semifinale della Juventus, che per larghi tratti non è sembrata una squadra obbligata a vincere l’Europa League – e sarebbe un trofeo che impreziosirebbe la bacheca e renderebbe ottima la stagione tra le più travagliate di sempre – per sperare di giocare la Champions il prossimo anno (Uefa a parte), visto che dal campionato il rischio è quello di vedersi sottrarre l’eventuale risultato del campo con la sentenza sul caso plusvalenze. Una prestazione sconclusionata, piena di errori tecnici, di concetto, di colpi di testa non letterali, di giocate sbagliate nel posto sbagliato e al momento sbagliato. Questo, soprattutto nel primo tempo, dove dopo il gol subito la squadra si è sciolta come neve al sole.
Nel secondo tempo, quantomeno, è tornata la voglia, c’è stato il cuore, ma senza un canovaccio tattico è dura, specie quando i singoli più attesi giocano estremamente al di sotto degli standard. E’ il caso di Di Maria, in clamorosa difficoltà oggi e protagonista in negativo nel gol subito a opera di En-Nesyri in contropiede, c’è Bonucci che gioca bene di piede ma non nel suo ruolo di difensore, Vlahovic che sbaglia due gol fatti (uno era in fuorigioco) e si lamenta per una sostituzione sacrosanta. E in più Chiesa che ci prova ma al momento è lontano parente del giocatore magnifico del pre-infortunio e Milik ancora imballato. In questo psicodramma, sboccia invece Paul Pogba: fa la foca, apre il gioco, e poi è lui a servire l’assist per il pareggio di Gatti, ancora protagonista europeo e uomo-speranza della Vecchia Signora. Gli spagnoli in franchezza scompaiono dal campo nel secondo tempo ma soffrono poco, sono anche graziati dall’arbitro, e alla fine pur con una bruttissima prestazione a livello visivo della Juve, il tabellone dice 1-1 ed è oro per quanto messo in campo. Al ritorno i big devono rifarsi, ma anche Allegri deve metterci del suo nel motivare i ragazzi. Il motto è fino alla fine, dovrà diventare fino alla finale. O la stagione rischia di finire giovedì prossimo.
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