Video Assistant Referee. Tre parole e una certezza: con il Var si sta molto meglio di prima. Inutile negarlo, inutile girarci attorno: sono stati tanti, tantissimi i casi corretti in questi primi mesi di sperimentazione nel nostro calcio. E quando si va in Europa la mancanza si sente. Chiedere al Milan che all’Emirates contro l’Arsenal è stato derubato da una decisione folle del giudice di porta (sicuramente la figura più inutile della storia del calcio in generale) che, da pochi centimetri, ha visto e giudicato il presunto contatto di Ricardo Rodriguez su Wellbeck come falloso e meritevole di calcio di rigore. Una follia.
“Questo benedetto Var credo debba essere usato nel modo giusto e, come dissi tempo fa, in Europa mi piace di più giocare perché non c’è la tecnologia”. Simone Inzaghi, alla vigilia di Dinamo Kiev-Lazio, era stato chiaro. Ma l’allenatore biancoceleste si sbaglia. Perché nel campionato di Serie A c’è sempre un’ancora di salvezza che può cambiare una decisione non corretta dell’arbitro o del guardalinee che sia. Proprio in Genoa-Milan, l’arbitro aveva convalidato due gol che erano tutti e due in fuorigioco: prontamente corretti dal Var. Che non può dare una giustizia assoluta per due semplici motivi: il primo è che ci sono sempre uomini che controllano e certi giudizi arbitrali, come da regolamento, sono anche soggettivi. Perché non tutti i contatti sono falli, perché esiste la volontarietà dei falli di mano e per altre regole in cui il giudizio tecnico dell’arbitro o del Var è sempre decisivo. E poi perché è da soli sei mesi che la tecnologia è sui campi di Serie A. Sentiamo allenatori che reclamano tempo, che una squadra vincente non si crea da un giorno all’altro e allora perché non diamo lo stesso tempo anche agli arbitri? Anche loro sono una squadra. Per una volta il calcio italiano è avanti rispetto a quasi tutto il resto dell’Europa, non buttiamo tutto per aria. O preferite vedere ingiustizie come quelle dell’Emirates?