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Il Chelsea ha trionfato nella finale di Europa League, sconfiggendo l’Arsenal per 4-1 al termine del derby londinese disputatosi a Baku per l’occasione. I Blues hanno confermato il pronostico della vigilia, alzando dunque il trofeo e dimostrando di essere superiori tatticamente e tecnicamente agli avversari. L’Arsenal invece ha subito una pesante sconfitta, assolutamente priva delle intuizioni offensive degli attesissimi Aubameyang, Lacazette e Ozil.
Il primo tempo si apre immediatamente con ritmi elevatissimi e giocate tecniche di ottima fattura da ambedue i lati: il Chelsea cerca di scardinare la retroguardia avversaria mediante le geometrie di Jorginho e Kovacic e la fantasia di Hazard, mentre l’Arsenal prova a far leva sulla cattiveria agonistica di Xhaka e Torreira e la concretezza di Lacazette, subito molto attivo. Dopo un inizio forse eccessivamente frenetico e disordinato, al 27° minuto, Xhaka prova con personalità una coraggiosa conclusione dai 25 metri, la quale scheggia la parte superiore della traversa e termina sul fondo di pochissimo: prima importante occasione della sfida. I Blues rispondono appena 6 minuti dopo con una triangolazione splendida fra Jorginho e Hazard che libera Emerson Palmieri, il quale da posizione angolata spara sul corpo di Cech, che respinge bene e vanifica la buona occasione degli uomini di Sarri. Il Chelsea attua un vero e proprio forcing offensivo e più volte Giroud si rende pericoloso, lasciato colpevolmente solo dai centrali dell’Arsenal: in particolare, al 40° minuto il francese si trova tutto solo in area grazie ad un geniale suggerimento di Hazard e prova un diagonale mancino sul quale è fenomenale ancora Cech, che tiene in equilibrio l’incontro. I restanti minuti di gioco della prima frazione scorrono senza ulteriori emozioni forti e dunque i 45 minuti iniziali terminano a reti inviolate.
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Il secondo tempo inizia meravigliosamente per il Chelsea, in quanto al 49° minuto Emerson offre un cross vellutato per Giroud, il quale anticipa in tuffo Koscielny sul primo palo e firma di testa il letale gol dell’ex che vale l’1-0 che sblocca la finale. Nei minuti successivi al gol di Giroud, il Chelsea riesce a mantenere agevolmente il possesso palla e interpreta con assoluta serenità l’importante momento della sfida, gestendo magistralmente con fraseggi ripetuti fra Kovacic, Pedro e Hazard. Difatti sugli sviluppi di una di queste splendide combinazioni, al 60° Kovacic sterza nei pressi dell’area di rigore avversaria e serve Hazard, il quale offre a sua volta per Pedro che all’altezza del dischetto del rigore sfodera un mancino ad incrociare sul quale non può nulla Cech: si delinea dunque un 2-0 che ben indirizza il match. Appena 4 minuti dopo il raddoppio della compagine di Sarri, Pedro serve in piena area Giroud, che protegge magistralmente la sfera e riesce per far sì che Niles gli frani addosso e scaturisca il netto calcio di rigore, che Hazard realizza spiazzando il portiere dell’Arsenal e firmando il pesante 3-0. La disputa quindi si accende definitivamente e l’Arsenal prova a non mollare: conseguentemente ad un’azione rocambolesca, al 69° Iwobi sfodera un tiro al volo di esterno che splendidamente termina in rete per il 3-1 che dona speranza alla formazione di Emery. Appena 3 minuti dopo il gol dell’Arsenal, Giroud combina ancora splendidamente con Hazard, che dall’interno dell’area firma con il sinistro il 4-1 che frantuma le speranze avversarie. A 10 minuti dal termine il Chelsea rischia di dilagare ulteriormente con Willian che incrocia con il destro da buona posizione, ma Cech respinge con efficacia. L’incontro si conclude senza altre clamorose occasioni ed il Chelsea ottiene meritatamente la vittoria nell’ultimo atto dell’Europa League 2019 a discapito dell’Arsenal.
Il man of the match è stato ancora una volta l’implacabile Eden Hazard, artefice dell’ennesima prestazione da incorniciare: qualità, estro, concretezza e leadership sono caratteristiche caratterizzano la sua partita e, in toto, la sua carriera. Il belga ha messo al referto una doppietta e un assist, ed è in generale sempre stato presente in ogni sortita offensiva pericolosa dei suoi, regalando giocate splendide, forse le ultime con i Blues: campione.
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