
Kjetil Knutsen - Foto Domenico Cippitelli/IPA Sport
“Sarà una partita rock ‘n’ roll”. Oltre ad essere un grande allenatore, Kjetil Knutsen si è dimostrato bravo profeta prima dell’impresa del Bodo Glimt ai rigori contro la Lazio. La sua squadra – la prima norvegese a qualificarsi in una semifinale europea – ha saputo soffrire, ha rischiato di affondare, ma nel recupero, prima del 2-0 di Noslin, ha avuto la palla dell’1-1. Poi sotto di tre gol ha saputo ritrovare quella spensieratezza che ha caratterizzato gli ultimi anni del miracolo Bodo: la Lazio si è abbassata, gli uomini di Knutsen sono tornati a fraseggiare con lucidità tra le linee e alla fine quello che era stato il protagonista in negativo – Helmersen – ha riportato in corsa i suoi. L’ultimo esame di maturità ai calci di rigore: Aikin ne para due, mentre Noslin calcia fuori.
Una prova di carattere che parte però da lontano. “Dovremo avere grande forza nelle gambe e mettere intensità. Fa parte della nostra identità. L’espressione offensiva che metteremo in campo dev’essere bilanciata. È il bello di giocare su due partite, dovremo mettere la stessa intensità dell’andata. Dovremo correre più veloce piuttosto che correre tanto”, aveva spiegato Knutsen alla vigilia. Nel Bodo però non c’è solo intensità ed esplosività (con 611 palloni recuperati è prima in Europa League). La squadra norvegese ha qualità nel costruire e nel rifinire, come disse Josè Mourinho dopo il 6-1 incassato dalla sua Roma in Norvegia nella fase a gironi della Conference League, poi vinta dai giallorossi: “Il Bodo ha più qualità della formazione che ho schierato”. Un’esagerazione, ma non troppo. Rispetto alla versione del 2022, il Bodo ha più esperienza europea ma forse un pizzico di cinismo in meno in area. Non ha un centravanti come Botheim, ma ha una serie di giovani interessanti, su tutti Sjovold, e un attaccante che nei top cinque campionati ha offerto sprazzi di talento come Hauge. Berg e Saltnes sono l’usato sicuro: due veterani di qualità, che non hanno mai avuto l’opportunità di fare il salto come Solbakken.
“La sconfitta con la Roma per 4-0 ci ha insegnato molto”, ha detto alla vigilia il tecnico norvegese. Knutsen ha dimostrato con i fatti di aver appreso tanto da quella notte (che visse dalla tribuna per squalifica). Già contro il Milan nel 2021 dimostrò di saper preparare benissimo le partite contro le big italiane. Poi, dopo il clamoroso 6-1, fermò la Roma sul 2-2 all’Olimpico. La sconfitta per 4-0 scaturì da un ambiente caldissimo che trascinò Zaniolo e compagni verso una vittoria netta. Contro la Lazio è arrivata la consacrazione definitiva di un allenatore che a dicembre 2025 avrà il contratto in scadenza. L’Eliteserien finisce a novembre e Knutsen ha l’opportunità di vincere il quinto campionato dal 2020, ma se a giugno arrivasse un’offerta dai top cinque campionati per lui sarebbe difficile dire di no. Vince chi ha più idee e Knutsen ne ha. La storica semifinale europea è uno spot in più per un allenatore che ora sogna grandi palcoscenici. Forse anche nella sua Italia.