Il Milan vuole l’Europa League, lo ha detto anche Pioli che non è certo uno che si nasconde, ma ragiona un gradino per volta. Ed è il modo migliore per non perdere di vista la realtà dei fatti, che allo stato attuale si può raffigurare con l’immagine di un’altalena. Quella delle prestazioni, ondivaghe, di una squadra con grandi potenzialità , nomi importanti, ma incostante e ancora non in grado di esprimersi al proprio livello più alto con continuità . Lo testimonia la campagna europea di quest’anno, in cui le vittorie con Newcastle e Psg lasciano enormi rimpianti, se si pensa ai due pareggi iniziali che sarebbero potuti essere due successi, oppure il recente doppio confronto col Rennes nei sedicesimi, con l’andata sfavillante e il ritorno disastroso, non abbastanza però da compromettere il passaggio del turno. E ora, con una settimana per prepararla grazie all’assist fornito dalla Lazio, la squadra di Pioli attende lo Slavia Praga, formazione che è vietato sottovalutare in questo marzo forse decisivo per capire che piega potrà prendere la stagione dei rossoneri.
I cechi sono una formazione coraggiosa, che gioca un calcio moderno e aggressivo, con un tridente veloce e tecnico e che fa del ritmo, soprattutto in casa, la propria arma migliore. Ritmo che invece non si è visto nella vittoria un po’ casuale dell’Olimpico di venerdì sera, diventa dunque essenziale per i rossoneri lavorare sull’intensità e saper soffrire. Inutile dire che, con tutti i titolari in campo, il principale obiettivo sia quello di vincere e di mettere in discesa il ritorno nell’inferno di Praga: servirà umiltà e concentrazione, oltre a una prova difensiva coi fiocchi. Serviranno i gol di Giroud, le giocate di Leao, quelle di Pulisic che dopo l’episodio con Pellegrini è stato ancora una volta difeso da Pioli. Solo con una prova matura si può far male alla formazione ceca e il Diavolo questo lo sa. In poche parole, servirà il Milan migliore, quello dell’andata col Rennes, e non quello, per esempio, di Monza.