E’ un pareggio che sta molto stretto a un’Atalanta lontana parente – e per fortuna – della versione un po’ naif e arrendevole delle ultime uscite in campionato. La Dea risponde presente in Europa ed eguaglia un suo record personale che reggeva da oltre trent’anni, vale a dire le sette partite consecutive da imbattuta nelle coppe europee, le sei del girone e questa degli ottavi, dopo i playoff saltati per meriti. Tre di queste contro lo Sporting Lisbona, che per la terza volta su tre è apparsa una squadra sì di livello, ma indubbiamente inferiore nel complesso per qualità di gioco, personalità e automatismi rispetto ai nerazzurri. Che, però, sprecano tanto, colpiscono qualcosa come tre pali, pagano una disattenzione iniziale e tornano a Bergamo, dove fra sette giorni al Gewiss ci si attende il pienone per il ritorno decisivo per i quarti, con un pari da non buttar via essendo agguantato in trasferta, ma francamente ingiusto, se solo il calcio fosse un incontro di pugilato da dirimete ai punti.
Invece, la squadra di Gasperini si ritrova costretta a inseguire dalle fasi iniziali in virtù del gol di Paulinho, e deve fare mea culpa. Poi, tocca a Gianluca Scamacca provare a svoltare la sua stagione fin qui deludente: dopo due pali sfortunatissimi dei compagni, è suo il gol dell’1-1 che rimette tutto in piedi e darà poi vita a un secondo tempo fatto di tante azioni, in cui arriva il terzo legno, dei portoghesi messi alle corde nel forcing finale, di imprecisioni e persino di un gol in rovesciata annullato per lieve fuorigioco a El Bilal Touré, che sta facendo intravedere tante belle cose. Ma le chiacchiere stanno a zero: dall’Alvalade si torna con un pareggio e giovedì prossimo, al quarto incrocio stagionale coi lusitani, serve la partita perfetta per far sì che la vittoria, che già sarebbe stata meritata stasera, possa arrivare con annesso pass per i quarti.