Europa League

Atalanta, ecco un’altra tedesca: il Lipsia di Toscano è un’incognita, poi strada spianata per la finale

Gian Piero Gasperini, Atalanta - Foto Antonio Fraioli

Un’altra tedesca sul cammino dell’Atalanta. Dopo aver avuto la meglio del Bayer Leverkusen, adesso la squadra di Gasperini se la dovrà vedere col Lipsia. Che non è più la squadra temibile guidata negli scorsi anni da Nagelsmann fino a fare bella figura in Champions (tra l’altro nella stessa edizione in cui la Dea raggiungeva i quarti, quella funestata dal Covid e giocata ad agosto), ma ha comunque mantenuto la sua struttura assurgendo al ruolo di outsider sia in Bundesliga che in Europa. Quarto posto nel campionato tedesco, in piena corsa per la Champions del prossimo anno e guidata ora dall’italiano Domenico Tedesco che da quando è arrivato a dicembre, e soprattutto nelle ultime settimane, ha trovato grande continuità di risultati.

Un po’ come gli orobici in Serie A, anche se è proprio nei confini nazionali che la squadra di Gasperini sta faticando, mostrando il volto migliore e vincente proprio al giovedì. Tanto che per molti, e forse anche per la stessa proprietà, il modo più semplice per giocare la Champions anche il prossimo anno, è proprio vincere la coppa, visto che in campionato le cose non vanno. Il sorteggio, da questo punto di vista, è stato al contempo nemico e alleato. Il Lipsia sicuramente sarà un’avversaria durissima, ma allo stesso tempo battibile e più o meno per sbaglio sui livelli del Bayer. Sarà soprattutto un’incognita, visto che la squadra di Tedesco non ha giocato agli ottavi superando direttamente il turno in quanto abbinata allo Spartak Mosca. Un banco di prova fondamentale per le ambizioni dei nerazzurri, perché oggi si sorteggiava anche la possibile semifinale, e francamente la strada per la finale sembra spianata per la vincitrice, visto che la futura rivale uscirebbe fuori allo scontro tra Rangers e Braga, tutto fuorché ostacoli impegnativi.

Cosa temere di più del Lipsia? Innanzitutto, la fase offensiva: non tanto nei nomi, ma per come si propongono in massa negli ultimi venti metri. Nkunku è devastante, Forsberg lo conosciamo bene per la sua capacità di unire qualità e attenzione tattica, Angelino è un grande esterno mancino plasmato da Guardiola e capace di attaccare con insistenza, Dani Olmo, l’ex Milan Andre Silva, per non parlare di Szoboszlai. Al netto degli infortuni, questa è una signora squadra, un po’ fragile forse dietro. Un calcio dinamico, un gioco aperto e mai sparagnino, e la similitudine con l’Atalanta è spontanea. Idee di calcio diverse ma allo stesso tempo così simili. Entrambe non troppo amate, per diversi motivi, nei confini nazionali, ma splendide in Europa. E vincere si può, sfruttando anche il ritorno al Gewiss.

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