Dopo la delusione per la mancata qualificazione al mondiale qatariota, che ha visto gli Azzurri non partecipare alla fase finale della più importante manifestazione calcistica per la seconda volta consecutiva, l’Italia è pronta a difendere il titolo di campione d’Europa conquistato tre anni fa in quel di Wembley. Oggi, però, le differenze sono decisamente sensibili.
Quella squadra giunse alla fase finale con una serie di risultati positivi sbalorditiva e un gioco decisamente collaudato. Questa squadra, allenata ora da Spalletti dopo il dietrofront di Mancini, ha ottenuto il pass per la Germania in modo alquanto complesso, grazie a uno 0-0 con l’Ucraina piuttosto discusso dai nostri avversari. Le aspettative, quindi, sono ben diverse rispetto a Euro 20, giocato, poi, l’anno successivo a causa del Covid, nonostante anche la squadra di Mancini non partisse col ruolo di favorita.
Difficile che la Germania diventerà ancora una “terra promessa”
L’attuale nazionale è ancora un cantiere aperto, che vede Luciano Spalletti, a pochi mesi dal suo insediamento, alla ricerca dei giusti equilibri per far rendere al meglio la compagine azzurra. Il tempo non è stato certo dalla parte dell’ex allenatore del Napoli, che ha dovuto fare di necessità virtù. E l’amichevole contro la coriacea Turchia di Vincenzo Montella, ex compagno di squadra di Spalletti ai tempi dell’Empoli, ha testimoniato come la nostra nazionale sia ben lontana dal potersi definire “squadra”.
Illudersi che la Germania sarà, al pari del 2006, una “terra promessa”, pare alquanto complesso, come messo in evidenza dagli aggiornamenti sulle quote delle scommesse calcistiche dei più autorevoli esperti in materia. Ma i tifosi azzurri sono pronti a dare il loro incondizionato sostegno anche in territorio tedesco scegliendo la propria destinazione tramite le guide di viaggio per gli europei di calcio, basandosi, per quanto ovvio, sulle città dove giocheranno gli uomini di Spalletti.
Sono poche le certezze per quanto riguarda l’undici titolare. Tra queste rientra Gigi Donnarumma, reduce da un’ottima stagione al PSG e capitano della nostra selezione nonostante la giovane età. Il portiere campano, premiato come miglior giocatore dello scorso Europeo, difenderà la porta degli Azzurri e sarà chiamato a guidare una difesa dove, a onor del vero, sono presenti alcuni dubbi.
Certo, molto dipenderà dal modulo tattico che adotterà Spalletti, che potrebbe optare in alcune circostanze anche sulla difesa a tre e l’inserimento, quindi, di Darmian come “braccetto destro” al fianco di Buongiorno e Bastoni, principali candidati a occupare il ruolo di titolari in un modulo difensivo a quattro. Da non sottovalutare, però, il ruolo di Gianluca Mancini, reduce da un superbo finale di stagione con la maglia della Roma ed estremamente prezioso anche nell’area di rigore avversaria grazie all’ottimo stacco di testa.
I dubbi di Spalletti nello schieramento tattico azzurro
Per quanto concerne gli esterni, indipendentemente dallo schieramento adottato, i dubbi paiono pochi: a destra il titolare è Di Lorenzo, Campione d’Italia con Spalletti nel Napoli, a sinistra, invece, spazio a Di Marco, ormai da diversi anni tra i migliori terzini d’Europa. Il ruolo di alternative sono appannaggio di Bellanova, a destra, e Cambiaso, a sinistra, anche se non è da escludere l’impiego su entrambe le fasce di Darmian, autentico jolly difensivo a disposizione del mister di Certaldo.
Il centrocampo, escludendo gli esterni, dovrebbe essere sempre composto da tre elementi. Nel ruolo di play, data anche l’inattesa esclusione di Locatelli, sarà lotta a due tra Jorginho e Cristante. L’italo-brasiliano sembra il favorito di Spalletti, nonostante nell’Arsenal non abbia recitato un ruolo d’assoluto protagonista nel corso della stagione, mentre il romanista, giocatore meno tecnico ma più completo dal punto di vista tattico, dovrebbe inizialmente partire dalla panchina.
Sono le mezzali, complici le condizioni fisiche non eccelse di Barella, a destare più di una preoccupazione a Spalletti, anche se le opzioni, in base anche alla tipologia dell’avversario, non mancano di certo. Frattesi rappresenta, a conti fatti, la principale alternativa al sardo, ricalcando quanto avviene nell’Inter, mentre Pellegrini dovrebbe essere l’altro interno di centrocampo, decisamente prezioso anche nel caso in cui Spalletti opti per un modulo con due mezzepunte a supporto dell’attaccante d’area.
Pochissime certezze in attacco, se non una: Enrico Chiesa. Nonostante una stagione in chiaroscuro con la Juventus, la centralità dell’esterno d’attacco toscano è del tutto evidente. Spalletti ne è conscio, anche se un eventuale modulo a due punte, come accade nel club di appartenenza, lo potrebbe limitare. Il ruolo di “puntero”, invece, sarà conteso tra Scamacca e Retegui: il primo è reduce da un ottimo finale di stagione con l’Atalanta, ma fin qui non hai convinto con la maglia azzurra, mentre l’italo-argentino piace a Spalletti per le sue qualità di uomo d’area di rigore.