Mancava lui all’appello. La maglia che porta lo consacra come l’uomo più atteso ma lo è stato solo a tratti. Lorenzo Insigne oggi si è acceso, lo ha fatto con una prestazione totale nel ruolo centrale che Mancini ha disegnato per lui. Tante giocate da applausi, nessun pallone sprecato, un gol fantastico che ha spianato la strada dopo l’1-0 di Barella. Mancava il 10, si diceva. Ora il 10 c’è e ci ha portato in finale, l’Italia si aggrappa a Lorenzo Insigne, reduce dalla stagione più prolifica della sua carriera e ritrova non solo il tassello che mancava in una squadra stellare ma anche il suo potenziale top player nelle final four di Wembley. L’Italia si regala un’altra prova dominante, contro la Nazionale numero 1 nel Ranking e tra le favorite. Lo fa con 14 conclusioni totali e il 54% di possesso palla mentre i Diavoli Rossi chiudono con 106.1 km percorsi e 16 disimpegni difensivi completati. Tanti, ma probabilmente non sufficienti per eguagliare quelli di uno strepitoso Chiellini che ha preso in consegna e annullato Romelu Lukaku.
Uno straordinario Barella ha dominato a centrocampo con Jorginho mentre l’unica nota stonata del match è quella legata all’infortunio di Leonardo Spinazzola, forse l’azzurro più positivo e continuo fin qui. Infortunio ed Europeo finito, uscita dal campo in barella e in lacrime. Mancherà lui e toccherà ad Emerson contro la Spagna in una semifinale che vale da rivincita dopo il secondo posto nel percorso di qualificazioni Mondiali, propiziatorio del disastro di Italia-Svezia. La Spagna non ha mai veramente convinto fin qui, l’Italia invece non ha fatto che convincere. Dovrà continuare a farlo, margine per sognare c’è.