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La Polonia non è andata oltre il girone con Svezia, Spagna e Slovacchia a Euro 2020. Due sconfitte e un pareggio che sono di fatto una grande delusione per la squadra di Paulo Sousa, bersagliata di critiche in patria. Nel mirino non solo il tecnico portoghese, ma anche Zibi Boniek, ex presidente della federazione polacca e attuale vice presidente della UEFA. “Non importa cosa faremo con l’allenatore, sarà tragico per il calcio polacco – sentenzia Andrej Grajewski, ex presidente del Widzew Lodz, ai microfoni di sportowy24 -. L’esonero di Sousa richiederebbe al portoghese e ai suoi sei collaboratori di essere pagati 150.000 euro per ogni mese rimanente fino alla fine del contratto“.
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“Le finanze della Federcalcio polacca soffrirebbero molto per una tale soluzione – spiega Grajewski -, è meglio spendere quasi 700.000 zloty (la valuta polacca, ndr) al mese per uno scopo utile. Ad esempio, la formazione di giovani e allenatori. Solo che quando Sousa resterà, Zbigniew Boniek potrà chiamarlo prima di ogni appuntamento e dire: “Paulo, prendi questo e quel giocatore per me. Perché ha bisogno di un certo numero di partite nel curriculum, e ho bisogno di farlo giocare e farglielo pagare bene“.
“E questo è inaccettabile. Questo è uno scandalo e un disastro! Non può essere così. – prosegue Grajewski non risparmiando le critiche all’indirizzo di Boniek – Se Zibì vuole gestire i suoi affari come broker di calcio, lasciamolo fare, buona fortuna. Ma che lo faccia in modo pulito e chiaro, e non a spese del calcio polacco. I tornei principali dovrebbero essere determinati dalle competenze, non dal marketing necessario a questo o quel giocatore. La nazionale polacca non può essere una fattoria privata“.
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