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Ma quale Gascoigne. Dimenticate lo storico, secondo gol inglese contro la Scozia a EURO ’96. L’Inghilterra di fronte alla Tartan Army non va oltre lo 0-0, fatica a giocare, cerca di affidarsi alla giocata del campione ma i campioni in campo non sono in giornata. Non lo è Harry Kane che l’Europeo con la fascia al braccio se lo immaginava diverso, non certo anonimo come in queste due giornate che l’hanno visto calciare zero volte nello specchio della porta. L’attaccante del Tottenham – capocannoniere delle qualificazioni con 12 gol – nel primo tempo ha toccato palla solamente dieci volte, è stato l’immagine della sua Nazionale: poche idee, poco movimento, tanta confusione. Come del resto Phil Foden, che con Gascoigne condivide eccezionalmente il colore platino dei capelli. ‘Gazza’ l’ha quasi punzecchiato rifiutando ogni paragone: “Posso battere chiunque a occhi chiusi e dopo aver bevuto una bottiglia di whiskey e pure un paio di Bacardi breezer“. Il solito Gascoigne. Non il solito Foden che fin qui è stato nient’altro che una comparsa e contro la Scozia non è stato da meno. Nel secondo tempo Southgate si gioca tutto e decide di cambiare il talento del City con l’altro grande talento, Grealish. Troppo tardi, anche se un minimo accenno di scossa tecnica la dà proprio il talento di Birmingham.
“Dovrebbero giocare insieme, Foden e Grealish”, è stato un po’ il coro comune sui social. Le critiche saranno presenza fissa sui tabloid inglesi, almeno fino alla prossima vittoria. Dubbi anche su Sterling, uno che ha partecipato a 15 dei 37 gol segnati dall’Inghilterra nelle qualificazioni, per un totale di otto marcature e sette assist. Numeri importanti ma anche il classe 1994 è il lontano parente del calciatore che siamo abituati a vedere. Alla fine, è la Scozia forse ad uscire dal campo con maggiori rimpianti, certa di aver creato più occasioni pericolose dei rivali inglesi: decisivo Pickford al 30′ sul tiro al volo di O’Donnell, cruciale James al 62′ con un salvataggio sulla linea.
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Ci sono tutti gli ingredienti per una campagna mediatica pesante ai danni di Southgate che nel 1996 era in campo contro la Scozia. Altri tempi, altri uomini, talento dello stesso livello, che dovrebbe essere in campo e non disperso in panchina. Da Wembley l’Inghilterra esce con dubbi in più ma anche con la consapevolezza che peggio di così individualmente è difficile fare. Per Kane e Foden sarà cruciale la prossima sfida contro una Repubblica Ceca che ha già dimostrato di poter far male a chiunque. Ora è tempo della reazione, il tempo stringe, c’è una qualificazione ancora da sudare.
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