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“Capisco le grandi ansie, le preoccupazioni di chi si limita alle analisi dei dati attuali – ha aggiunto il numero uno della Figc in conferenza stampa al termine del consiglio federale odierno – ma dobbiamo avere coraggio e per questo ci dobbiamo proiettare all’11 giugno. Così come con tanta enfasi ci proiettiamo alla stima dei 500 mila vaccini al giorno, dobbiamo farlo anche realisticamente sull’idea che l’Italia possa ripartire. Alla fine l’Uefa richiede il 25% della capienza dell’Olimpico, sono scarsi 16 mila spettatori, soggetti vaccinati, con tampone negativo o che hanno già avuto il Covid, peraltro sempre con mascherina e distanziamento“.
“Tutti ricorderanno la data dell’11 giugno 2021, la prima partita degli Europei dopo la pandemia: l’Italia non può permettersi di perdere una pagina di storia così importante. Non chiediamo privilegi, ma il Paese ha bisogno di un messaggio di speranza. L’11 giugno il Paese deve ripartire, per quanto tempo ancora dovremo ancora essere prigionieri della pandemia? Vale per tutti, non solo per noi: il calcio deve essere solo l’elemento di riferimento per la ripartenza”, ha concluso Gravina.
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