Quarantadue anni, arbitro dal 2002, internazionale dal 2013. Questi brevi tratti per inquadrare Anthony Taylor, arbitro designato per dirigere Italia-Austria, match degli ottavi di finale degli Europei 2020. Anche dal suo fischietto passerà il destino degli azzurri a caccia di una bella prestazione come contro Turchia, Galles e Svizzera. Prima di passare all’identikit dell’arbitro, non si può fare a meno di notare la preparazione e la competenza del direttore di gara anche di fronte alle emergenze. Era lui il fischietto di Danimarca-Finlandia, gara tristemente passata alla storia per il malore accusato da Christian Eriksen in campo. Taylor è stato tra i primi ad accorgersi della gravità dell’episodio . “Ottimo lavoro dello staff medico e a Anthony Taylor per la loro calma e il loro intervento immediato”, ha twittato il Principe William. Non solo. Secondo alcuni, anche la professione potrebbe aver aiutato Taylor a gestire la situazione nel migliore dei modi. L’arbitro è infatti una guardia carceraria e secondo l’ex arbitro Chris Foy, che lo seguì nei primi anni di carriera, il suo lavoro avrebbe giocato un ruolo chiave in quell’episodio: “E’ abituato a gestire situazioni difficili da stress, è stato rapido e veloce”.
Ma che arbitro è Taylor? Pochi gialli, quantomeno rispetto agli altri colleghi, ma anche poche espulsioni. Grande esperienza in Europa con venti apparizioni in Champions League e quindici in Europa League. Un’esperienza con le italiane ‘sfortunata’ soprattutto in termini di cartellini da reazione negli ultimi quattro anni. Era lui l’arbitro in Inter-Real Madrid che ha estratto il secondo cartellino giallo a Vidal per una frase poco carina rivolta nei suoi confronti. Ed era sempre lui ad aver espulso Marusic in un Siviglia-Lazio dopo un movimento scomposto col braccio nei confronti di un avversario. Senza contare un doppio giallo rifilato a Luca Pellegrini in un Viktoria Plzen-Roma. Decisioni giuste e tutt’altro che esagerate, il valore di Taylor non si può discutere e la sua storia lo dimostra.