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Francia e Svizzera accedono agli ottavi. L’Albania di De Biasi chiude al terzo posto, racimolando punti e applausi nell’ultima partita contro la Romania. Ultimo posto per la nazionale rumena, eliminata dalla competizione. Vi proponiamo il pagellone del girone A, al confine tra il serio e il faceto. E con un pizzico di ponderato campanilismo, che negli eventi sportivi internazionali non guasta mai.
La formula dell’Europeo, favori casalinghi e legittimi dubbi all’italiana: VOTO 1
Forse noi italiani siamo per natura complottisti. Ma questa formula dell’Europeo qualche dubbio lo lascia. Rischia di non essere premiante raggiungere il primo posto del girone (vedi il caso dell’Italia), mentre in altri raggruppamenti è sin troppo vantaggioso: la Francia sembra avere un’autostrada fino alla semifinale, mentre a noi toccheranno estenuanti fatiche per tentare di arrivare tra le ultime quattro. Non si tratta di ricerca di alibi, ma di velati (mica tanto) tentativi di gufata.
L’elasticità delle maglie svizzere: VOTO 2
I tempi moderni impongono di progettare capi d’abbigliamento che aderiscano perfettamente al corpo, i completini da calcio non fanno eccezione. Ma nella partita contro la Francia lo sponsor tecnico svizzero non fa una bella figura. Prima Embolo, poi Mehmedi, addirittura tre volte il povero Xhaka, sostano a bordo campo per pit-stop per cambio maglie, lacerate da banali trattenute dei giocatori francesi. Una fragilità imprevista, che trasforma i dirigenti rossocrociati in crocerossini, costretti a improvvisati interventi riparatori.
Capogiri e crisi d’identità, l’infelice convivenza Stancu-Stanciu: VOTO 3
In Romania i giocatori fantasiosi non abbondano. Angel Iordanescu deve convocare sia Bogdan Stancu, attaccante del Genclerbirligi (o qualcosa di simile) e Nicolae Stanciu, giocatore della più pronunciabile Steaua Bucarest. Il caos dialettico regna sovrano. Al momento di dare la formazione il ct rumeno ricorre a ingegnosi metodi mnemonici. Recita gli 11 titolari cambiando una sola lettera delle ultime sillabe “Keseru, Sapunaru, Tatarusanu”, il rispetto dei ruoli è fattore secondario, troveranno loro la giusta collocazione in campo. Ma quando si arriva ai trequartisti ogni sforzo di memoria è vano, chi è Stancu e chi è Stanciu? Li manda in campo entrambi. Contro la Francia Stanciu si procura il rigore realizzato da Stancu, ma la squadra perde all’ultimo minuto per il gol di Payet. Contro la Svizzera, un confuso Iordanescu decide di schierarne uno alla volta, ripassando minuziosamente i differenti tratti somatici alla moviola. Ne ricava un prezioso pareggio, ma ricade nei propri errori nella partita decisiva, quella da dentro o fuori contro l’Albania. Stancu e Stanciu di nuovo in campo insieme. La convivenza non funziona. Triste eliminazione conseguenza della politica di risparmio dell’anagrafe rumena.
La coppia di terzini della Juve Evra-Lichtsteiner: VOTO 4
La logorante stagione juventina sembra aver lasciato il segno. Entrambi arrancano in fase difensiva, colpevolmente responsabili dei due rigori concessi alla Romania contro Francia e Svizzera. Mal comune mezzo gaudio, e una qualificazione comunque centrata da entrambe le nazionali.
Paul Pogba: VOTO 5
Prima fase deludente. Tra le sirene di mercato e il peso di un Europeo da conquistare da condottiero, il ragazzo appare fortemente sotto pressione. Il presunto gesto dell’ombrello in occasione di Francia-Romania non contribuisce a rasserenare gli animi. Aiutano, invece, i primi venti minuti della partita con la Svizzera. Due fantastiche conclusioni di sinistro per abbandonare il banco degli imputati. Ha ancora tempo per cancellare le critiche dell’intero continente, e soprattutto del suo Paese.
Didier Deschamps: VOTO 6
I 7 punti conquistati nel girone impongono di promuoverlo quantomeno con la sufficienza. Ma la sua Francia non ha convinto. Il problema cruciale sembra essere la scarsa qualità a centrocampo. Kanté e Matuidi brillano per altre doti, Pogba fatica a diventare trascinante. Con Cabaye in campo si son visti sprazzi di buon gioco. Bocciato l’esperimento dei tre trequartisti alle spalle di una punta, provato nel primo tempo contro l’Albania. Tanti quesiti irrisolti in vista degli ottavi.
Stadi e cerimonia d’apertura: VOTO 7
È vero, qualche falla nelle misure di sicurezza c’è stata. Spettatori in campo a festeggiare coi giocatori, razzi lanciati da una tribuna all’altra. Ma gli interventi di ristrutturazione degli stadi hanno prodotto gioielli architettonici. Da Marsiglia, a Parigi, arrivando fino a Lille e riscendendo per Lione. Anche i francesi, dopo i tedeschi, hanno investito proficuamente nella risistemazione degli impianti. Adesso tocca a noi. Promossa anche la cerimonia d’apertura a Saint Denis: il folcloristico can-can misto al successo contemporaneo di David Guetta.
Dimitri Payet: VOTO 8
Il giocatore del girone. Un “je ne sais quoi” di Thierry Henry, un “non so che” di Zinedine Zidane e persino quel quid pluris di Michel Platini alimentano caldamente il sogno di vittoria francese. Va bene, forse abbiamo esagerato, ma il centrocampista del West Ham ha letteralmente trascinato i suoi agli ottavi di finale. Decisivo contro la Romania, il migliore anche contro l’Albania. Entra dalla panchina contro la Svizzera, e, con la puntualità di un orologio elvetico, impiega soli 5 minuti per mostrare nuovamente pregevoli capacità balistiche, fermato solo dalla traversa. MVP.
Il condottiero Gianni De Biasi: VOTO 9
Da tempo eletto eroe nazionale in Albania, rafforza ulteriormente la propria nomina ad honorem conquistando la prima storica vittoria albanese agli Europei. Al termine delle prime due partite, era uscito dal campo tra gli applausi ma senza punti, tradito dall’esperienza di Cana e Berisha, nella prima, e da una distratta marcatura su Griezmann nella seconda. Nessun Giuda nel match contro la Romania. La squadra si applica alla perfezione, il gol di Sadiku alimenta speranze di qualificazione. Un aiutino degli azzurri può contribuire a trasformare il sogno in realtà.
La guerra fratricida in famiglia Xhaka, ci pensa la mamma: VOTO 10
Granit ha scelto la Svizzera, Taulant è rimasto fedele alle origini albanesi. I due fratelli Xhaka si trovano contro all’esordio ad Euro 2016. Nati a Basilea da genitori kosovari, hanno scelto di sventolare bandiere calcistiche diverse. Ecco che allora il cuore di mamma si fa un po’ più grande, dividendo equamente il sostegno per entrambi. La signora Xhaka si è infatti presentata allo stadio con una maglietta celebrativa, sulla quale metà bandiera rossocrociata sposava perfettamente metà bandiera albanese. Sotto, la data del giorno, storico per la propria famiglia. Perfetto vessillo a favore dell’integrazione.