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Un film in tv, per stemperare la tensione. Se sei un giocatore della nazionale impegnato in una grande competizione, con tutte le telecamere e la stampa addosso, può essere un buon diversivo per allentare le pressioni. Tutto regolare. Il problema nasce quando ci si immedesima fin troppo nel film in questione, perdendo per un istante il contatto con la realtà.
Ieri sera, Lorenzo Insigne, Ciro Immobile e Alessandro Florenzi hanno visto assieme l’ultima puntata della serie tv Gomorra. Come buoni amici e compagni di stanza. Non si sono limitati, però, a questo momento conviviale. Nell’epoca dei social network invasivi, che documentano tutto in diretta, i tre azzurri hanno sentito l’esigenza di girare un video in cui, inneggiando a Genny (il protagonista della serie), lo invitavano a “sparare mmocca”, con tanto di accento partenopeo.
Il video, comparso sulla pagina Facebook di Salvatore Esposito (il Genny Savastano del film, appunto), ha fatto rapidamente il giro del web, con oltre 35mila like e più di cinquemila condivisioni.
La frase, si sa, è una sorta di marchio di fabbrica di Gomorra, imitata e ripresa da tutti gli appassionati della serie tv, usata ormai sempre più spesso anche nelle discussioni tra amici. Vestire per un attimo i panni del mafioso di turno per rimproverare il bambino disobbediente, per liquidare un operatore telefonico troppo insistente, per prendere in giro un collega al lavoro. Le espressioni forti della sceneggiatura del film sono entrate a far parte, più o meno inconsapevolmente, della nostra quotidianità.
Ma quanti di noi (e chissà se tra questi ci sono anche Immobile, Insigne e Florenzi) sanno associare correttamente quelle battute da film al loro reale significato? Quanti sanno che, dietro a una sceneggiatura, c’è una realtà drammatica che è meglio non mitizzare?
Insigne, Immobile e Florenzi sono dei personaggi pubblici che, in questo momento, stanno rappresentando l’Italia in una vetrina internazionale. Sono tra i giocatori che vengono additati come modello dalle giovani generazioni di appassionati di calcio. Due su tre sono anche figli di Napoli, consapevoli di quanto la piaga della camorra macchi la straordinaria immagine di una delle città più affascinanti del mondo.
Diffondere un video in cui si esaltano, urlando frasi di una disumana crudeltà con tanta leggerezza, è un vero e proprio autogol.