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La Sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha deciso di confermare la sorveglianza speciale per Andrea Beretta, capo ultrà della curva nord dell’Inter. Nel provvedimento si legge che gli “episodi minatori e violenti” si sono “manifestati per molti anni”, con “segnalazioni e condanne” che “partono nel 2008 e si dispiegano fino al 2022 anche in pendenza dei Daspo” e “denotano, da un lato, una sostanziale indifferenza ai provvedimenti dell’autorità, dall’altro, la tendenza a passare con estrema facilità alle vie di fatto per risolvere, anche in modo estremamente brutale, questioni o divergenze”.
I giudici Rispoli, Cernuto e Spagnuolo Vigorita, della Sezione presieduta da Fabio Roia, hanno respinto “la richiesta di revoca o modifica della misura di prevenzione”, che prevede tutta una serie di prescrizioni e controlli. Misura che gli fu applicata nel novembre 2022, poi interrotta quando a dicembre dello stesso anno passò in “detenzione domiciliare” per una condanna definitiva, e che si è riattivata il 21 giugno scorso. Nel provvedimento si precisa che Beretta “nel febbraio 2022, in occasione della partita Inter-Liverpool, è stato denunciato per i delitti di minaccia, lesioni personali e violenza privata aggravati dall’odio razziale/regionale per fatti commessi nei confronti di un venditore di gadget”. Dopo l’aggressione, la frase: “noi siamo della curva, qua i napoletani non li vogliamo”. Dal certificato dei carichi pendenti, si legge ancora, emerge pure una sentenza “di non doversi procedere per conciliazione delle parti per una condotta di percosse commessa il 13 settembre 2018”. Il procedimento finì con la remissione della querela da parte del giovane e un risarcimento a lui versato.
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