La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulle accuse rivolte al presidente della Figc, Gabriele Gravina. L’indagine, al momento senza indagati o ipotesi di reato, è all’attenzione dei magistrati di Roma in relazione ad una segnalazione, mesi fa, della Dna, come emerge dalle carte dell’indagine di Perugia in cui però si contesta al finanziere autore della segnalazione il reato di falso e abuso d’ufficio.
Lo si evince dall’invito a comparire inviato dai pm umbri al finanziere Pasquale Striano indagato insieme a una quindicina di persone, tra cui il sostituto procuratore della dna Antonio Laudati. Nella contestazione per abuso d’ufficio nei confronti del finanziere e di Laudati, si afferma che in un atto, poi trasmesso dalla dna ai pm della Capitale il 23 marzo 2023 con oggetto una segnalazione per operazione sospetta (Sos), ”attestavano falsamente che le fonti di innesco dell’attività investigativa erano elementi informativi provenienti dalla procura di Salerno e da quest’ultima acquisiti dell’ambito di proprie attività investigative” ma in realtà ”l’origine dell’atto erano le informazioni ottenute” da una terza persona ”attraverso incontri promossi da Laudati e concordati da Striano nel maggio del 2022”. Secondo i magistrati perugini Laudati e Striano avrebbero “favorito intenzionalmente un danno” al presidente della Federcalcio, “ipotizzando attività illecite poste in essere da Gravina”. Un aspetto, quest’ultimo su cui sono in corso le verifiche dei magistrati capitolini nell’ambito di un fascicolo modello 45.