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“Sarei rimasto tutta la vita, ma mi sembrava irrispettoso che volessero buttarmi fuori dalla porta sul retro. Se mi avessero trattato come meritavo, sarei rimasto“. Dani Alves torna sul suo doloroso addio al Barcellona parlando in un’intervista rilasciata a RAC1. “Ho rifiutato tanti soldi da un grande club come il Real per restare al Barça, non volevo essere tagliato fuori ma volevo andarmene quando volevo io – ha aggiunto -. Sapevo che mi stavano facendo fuori, nessuno mi ha parlato quando il contratto era in scadenza“. E sul capitolo bianconero: “Alla Juve sono andato per dimostrare al Barcellona che ero ancora un giocatore di livello, che avevo gli attributi per dire il Camp Nou era casa mia ed è quello che ho detto loro. Loro non hanno avuto le palle per ammettere di aver sbagliato“.
Poi sull’attuale momento del Barça: “Il Barcellona aveva un’identità , ora è una società che compra e vende. Potrà avere tanti calciatori di valore, ma nessuno difenderà la filosofia. Stanno cercando di cambiare ed è chiaro che ci siano dei problemi. Secondo me hanno perso l’identità e per recuperarla servirà un lungo processo. Bartomeu? La proprietà è andata a “prostituirsi”, forse il presidente è stato consigliato male. L’ambiente lo ha influenzato e contaminato. I giocatori sono diventati dei prodotti, merce di scambio. La squadra sta cercando di ritrovare la sua essenza con Koeman, ogni tanto mi piace“. Infine su Messi: “Avevamo un legame assurdo. Adesso sembra un po’ solo. Gli ho detto di non lasciare il Barcellona, come lui mi chiese di restare quando gli annunciai il mio addio” ha chiosato il brasiliano.
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